Totti addio, la caduta dell’impero

E’ finita venerdì quando Totti, intorno alle 17, ha chiamato uno dei dirigenti di punta della società per disdire l’appuntamento: “Lascio la Roma“.  La scelta è dovuta da un’esasperazione cresciuta nei mesi, nell’attesa, nelle delusioni quotidiane del sentirsi inascoltato da chi a parole ne tesseva le lodi. Chiuderà questa avventura nel peggiore dei modi possibili, raccontando chi a suo dire non l’ha voluto più, chi lo ha costretto a farsi da parte per non dover restare un gagliardetto senza utilità. Ringrazierà Fienga, poi l’intenzione è quella di far conoscere la propria versione dei fatti. E sarà un atto di accusa verso Franco Baldini, al nemico di sempre. A Totti hanno provato a far cambiare idea chiedendogli di pensarci fino a dopo le vacanze, ma non c’è stato verso. Ignorato dalla società nella scelta di Petrachi come ds, bocciato nella scelta dell’allenatore, non informato del viaggio a Madrid per incontrare Fonseca. Il nuovo ruolo avrebbe portato pure controindicazioni per quanto riguarda l’universo che ruota attorno a Francesco: la sitcom con Ilary, le comparse nei tornei di calcetto, gli spot. A Trigoria in tanti rimproverano a Totti dirigente di aver dato priorità a questioni personali, come la sua biografia, piuttosto che a quelle di squadra. Lo scrive La Repubblica.

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