Torna Iturbe. Farà meno vacanze per riavere la Roma

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – «Scusate, perché Iturbe è andato via?». E’ stata una delle domande che Luciano Spalletti ha rivolto a Sabatini a gennaio, quando stava per firmare per la Roma. Ed è il pensiero di partenza che ha spinto i dirigenti a considerare l’ipotesi di rilanciare il più caro investimento della gestione Pallotta. E’ assurdo il tritacarne emotivo che regola le storie dello sport: quello che due anni fa era considerato un papabile erede di Messi, o giù di lì, oggi non accenderebbe più la passione dei tifosi. Un po’ come Dzeko, che in cinquemila soltanto 9 mesi fa corsero ad accogliere all’aeroporto di Fiumicino e che in molti adesso considerano un calciatore insignificante, se non altro per lo stipendio che percepisce.

FALLIMENTO – Tornando a Iturbe, oggi è impossibile sostenere che il suo rendimento inglese sia stato all’altezza delle aspettative. Sabatini lo aveva mandato in Inghilterra «per salvargli la vita» (testuale), dopo le contestazioni ricevute all’Olimpico, e invece si ritrova a gestirne il futuro senza grandi prospettive: nel Bournemouth, per essere riscattato in automatico (22 milioni) senza provocare minusvalenze nel bilancio della Roma avrebbe dovuto segnare 5 gol. Invece ha giocato soltanto 55 minuti in Premier League senza neppure avvicinarsi alla porta avversaria.

RICHIAMO – Iturbe era già stato ceduto ad agosto, al Genoa, tanto da salutare commosso tutti i compagni prima del trasferimento. In quel caso però un ripensamento improvviso di SabatiniHo capito che perdendolo avrei indebolito la Roma») fece saltare un accordo già fatto con Enrico Preziosi. A gennaio invece, quando era finito quasi sempre fuori dai titolari con Garcia, la partenza è risultata inevitabile. Solo che il semestre inglese lo ha danneggiato invece di confortarlo. E ora Iturbe, che la prossima settimana compirà 23 anni, deve ricominciare da zero, coccolato dalla fidanzata Guadalupe (che non ha mai lasciato l’Italia visto che lavora come modella in tv) e sperando di convincere Spalletti a tenerlo nel gruppo.

FATICA – Potrebbe penalizzarlo in questo senso la Coppa America, per la quale è stato precettato dalla nazionale che ha scelto pochi mesi fa, il Paraguay. «Io sono argentino, ho solo abitato ad Asunciòn per qualche anno a causa del lavoro dei miei genitori» raccontava lui in un’intervista rilasciata a questo giornale. Ma dopo aver provato le selezioni giovanili argentine, incrociando anche da avversario in partitella il mito Messi, Iturbe ha capito che poteva essere più conveniente sfruttare il doppio passaporto e così da qualche giorno si sta preparando (con l’altro romanista Sanabria) per il trofeo del Centenario che si gioca negli Stati Uniti. Nella peggiore delle ipotesi, come il brasiliano Alisson, concluderà il torneo con la finale del 26 giugno, dunque una decina di giorni prima del raduno a Trigoria. Ma ha assicurato disponibilità a Sabatini, che considera un secondo padre, e a Balzaretti, che gli ha parlato spesso avendo l’incarico di seguire i giocatori della Roma prestati in giro per l’Europa. Accorcerà volentieri le vacanze – in fondo suo malgrado si è già riposato abbastanza in Inghilterra – per raggiungere in tempi rapidi il ritiro di Pinzolo. E’ probabile anzi che non salti neppure un giorno della preparazione.

RICORDI – Questione di stimoli e di volontà, di cui nessuno alla Roma ha mai dubitato. Quello che è mancato, nei primi 18 mesi con Garcia, è stato il resto: la qualità delle prestazioni. Il gol nel derby da Champions e la magnifica mezz’ora giocata all’Olimpico contro il Cska Mosca restano i suoi segnali più forti. Troppo poco per meritare fiducia incondizionata. Per sua fortuna, come scriveva Nick Hornby alludendo alle sconfitte del calcio, c’è sempre una nuova stagione.

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