Tor di Valle, ultima grana. La Città Metropolitana: «Servono strade a 8 corsie»

Il Messaggero (L.De Cicco) Per l’Ostiense-Via del Mare servirebbero addirittura otto corsie, quattro da un lato e quattro dall’altro. Per evitare che il traffico nel quadrante sud-ovest di Roma impazzisca definitivamente con la costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle e dell’adiacente «Ecomostro» di negozi, uffici e alberghi, i tecnici della Città metropolitana hanno chiesto di correggere pesantemente il progetto della viabilità elaborato dai privati. In attesa che la conferenza dei servizi metta nero su bianco tutti i paletti che i proponenti dovranno rispettare (il verbale finale è atteso tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima), gli esperti dell’ex Provincia hanno depositato una serie di prescrizioni molto severe. A cominciare dagli interventi sulle strade, uno dei pochi interventi rimasti interamente a carico dei privati (i due nuovi ponti invece li pagherà lo Stato, così come la Regione finanzierà in buona parte l’ammodernamento della malconcia Roma-Lido). Per agevolare una circolazione già oggi iper-congestionata – e c’è da immaginare cosa succederebbe con l’arrivo di 30mila auto, tutte nello stesso orario, a inizio e fine partita – gli esperti di Palazzo Valentini hanno chiesto la realizzazione di due corsie per senso di marcia per ciascuna carreggiata dell’Ostiense-Via del Mare, per tutto il tratto che va dall’altezza dello stadio – più precisamente dal ponte del Fosso di Vallerano – fino al Raccordo anulare.

«ELABORATI INSUFFICIENTI» – Se questa indicazione verrà inserita nel verbale finale della conferenza dei servizi, i proponenti dovranno cambiare ancora i progetti. Anche se non è chiaro con quali fondi verrebbe finanziata questa nuova super-strada, sempre ammesso che sia logisticamente possibile realizzarla lungo il percorso attuale della via del Mare. Finora, in ogni caso, «le soluzioni progettuali non sono del tutto coerenti con le indicazioni formulate», si legge nel parere della Città metropolitana, e «non sono sufficienti per il superamento delle criticità individuate». Stesso discorso per le vie di fuga in caso di pericolo. In conferenza dei servizi si è parlato della possibilità di allargare la pista ciclabile che corre sull’argine del Tevere per trasformarla in una vera e propria strada in caso di emergenza, consentendo alle ambulanze di uscire dal “tappo” degli ingorghi in tempi brevi. I tecnici di Palazzo Valentini sono in allarme anche per il piano trasporti, oggettivamente inadeguato per soddisfare quanto richiesto anche dal Campidoglio, cioè che almeno la metà dei tifosi raggiunga lo stadio con i mezzi pubblici. «Non risulta agli atti alcuno schema di convenzione e/o accordo per regolare i rapporti tra gli enti che consenta di garantire l’effettivo incremento dell’offerta di trasporto pubblico», si legge nel parere; nelle carte dei privati, viene annotato, «non è più esplicitata alcuna proposta progettuale riguardante la Roma-Lido, ma è previsto unicamente un contributo a carattere economico». Cioè appena 45 milioni per la disastrata Roma-Lido. Una somma con cui è impossibile trasformare in una moderna metropolitana quella che ancora ieri si è confermata la «peggiore ferrovia d’Italia», come si legge nel rapporto di Pendolaria. Anche il piano dei parcheggi, per gli esperti della Città metropolitana, è da rivedere. I privati infatti hanno inserito nell’area destinata agli stalli anche gli spazi per il carico e scarico merci. Una soluzione definita «non conforme» agli standard dei parcheggi. Anche qui, il progetto va cambiato.

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