I tifosi della Roma: «Senza barriere, ci prendiamo la curva»

Il Messaggero (C.Mozzetti) – «Senza diffide, senza barriere tu sei più forte» arrivano in blocco i tifosi della Roma. Non hanno paura. Appuntamento al ponte della Musica e poi via: a marciare verso l’Olimpico. Sfilano spediti, veloci. In molti quasi non ci credono. «Siamo tornati», «non ce ne andremo mai più» urlano tra la folla. Una lunga processione fatta di migliaia di supporter giallorossi invade il lungotevere maresciallo Cadorna. Prima di correre a occupare gli spalti della curva sud, la sosta al River lo storico chiosco romanista. Una birra, qualche abbraccio, i cori che aumentano di volume e scandiscono l’attesa. Ma gli sguardi sono puntati alla torretta del Valadier. Dove, allo stesso modo e con altrettanto livore, si agitano in aria le bandiere della Lazio e i cori dei tifosi della curva nord spezzano il frastuono dei clacson impazziti delle auto bloccate nel traffico. «Lo sanno – spiega un ultrà romanista – qual è la linea di confine, quella che i laziali non devono superare, se passano il semaforo (all’altezza dello svincolo per la Trionfale) sfondiamo i cordoni della Polizia e veniamo alle mani». Ma gli sguardi e i volti delle due tifoserie non si incontreranno mai fuori dall’Olimpico. Lo scontro tanto temuto anche dalle autorità – che hanno dispiegato ieri nell’area antistante lo stadio decine di agenti in tenuta antisommossa, blindati e unità cinofile – rimarrà solo verbale. I tifosi bianco celesti marciano da Ponte Milvio in via dei Robilant. Salutato la sede del ministero degli Esteri e passano i controlli per raggiungere la curva nord. «Non siamo venuti qui per far casino», spiega un ultrà all’ingresso dello stadio. Il preambolo del derby scivola via così: sotto un diluvio torrenziale e con un’aggressione che dura il tempo di un’imprecazione. Dall’estero, secondo i conti della Digos, arriveranno alla fine appena 40 supporter austriaci e tedeschi, mentre lo stadio si riempirà con quasi 50 mila persone. Solo pochi minuti prima del fischio di inizio, l’Olimpico si colorerà come non succedeva da tempo. La coreografia varia dagli striscioni agli sfottò delle due tifoserie.

L’ORDINE PUBBLICO – Vince la ragionevolezza e le scene che in passato, da ultime quelle terrificanti del 2015 che raccontarono un largo Lauro de Bosis messo a ferro e fuoco negli scontri tra ultrà, resta un ricordo lontano. Nella semifinale di ritorno della Coppa Italia fila tutto liscio almeno sul fronte dell’ordine pubblico. Torna il derby “vecchia maniera” e tornano i tifosi. Anche loro vecchio stampo. Benché siano trascorsi due anni dall’assenza dalla curva sud e di molti supporter da quella nord. Ma l’abbattimento delle barriere delle due curve, completato soltanto domenica, ha riportato la gente a seguire la stracittadina senza timori. Notevole il dispiegamento delle autorità comunque pronte a intervenire che hanno, di fatto, contribuito in maniera considerevole a tenere separate le due tifoserie. Il problema vero è ricaduto sulla città, sui tanti romani che – passione calcistica a parte – sono rimasti imbottigliati nel traffico per oltre un’ora. Almeno tre le linee dei bus deviate. Interdetti tutti i lungotevere intorno all’Olimpico. La zona di piazzale Clodio ma anche quella di via degli Orti della Farnesina è andata in tilt. Come in tilt è andato il provvedimento del XV Municipio che, per ragioni di sicurezza, aveva imposto ai negozi, bar, ristoranti, chioschi il divieto della vendita di alcolici sia in bottiglia che in altri contenitori eccetto i bicchieri di plastica. Disposizione completamente disattesa. Decine le bottiglie abbandonate intorno all’Olimpico. Per la gioia anche di molti bagarini che, al posto dei biglietti, stavolta hanno fatto affari con mini sambuca e caffè Borghetti venuti a due euro l’uno.

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