Testa o Dzeko

Corriere dello Sport (R.Maida) – Primo in classifica. In tutte le classifiche. Ma quando si tratta di esaminare il raccolto, il cestino è più povero di quello che ci si potrebbe aspettare. Edin Dzeko riparte dal Benevento, la squadra a cui ha segnato la sua ultima doppietta in Serie A, per aumentare il numero di gol e soprattutto la sua efficienza realizzativa: fino a questo momento del campionato è stato il suo problema più grande, con ricadute negative visibili sul rendimento offensivo della Roma, oggi ottavo attacco della Serie A.

OCCASIONI – Ha tirato in porta 106 volte, di cui 85 da dentro l’area di rigore, centrando 38 volte lo specchio. In Serie A nessuno ha osato tanto. Ed è interessante osservare il confronto con il capocannoniere del campionato, Ciro Immobile: ha tirato 28 volte di meno segnando il doppio dei gol, 20 contro 10. Se giocasse a basket, Dzeko avrebbe una percentuale realizzativa inferiore al 10 per cento totale e di poco superiore se consideriamo solo i tentativi dentro all’area di rigore.

TENDENZA – Dzeko non è neppure stato fortunato in questa stagione perché ha colpito 4 legni, come è accaduto soltanto allo stesso Immobile e a Insigne. Ma la cattiva sorte non basta a spiegare l’imprecisione di un centravanti che fino a ottobre – con 7 gol nelle prime 6 partite – sembrava reggere il confronto con la stagione passata, chiusa da capocannoniere a 29 gol (39 coppe incluse), e che poi ha avuto un crollo in termini realizzativi: con la serie di 3 gol nelle ultime 17 giornate, Dzeko è scivolato al settimo posto della classifica cannonieri.

CONCENTRAZIONE – Lo scorso anno, esaltato anche dalle caratteristiche di Salah e dalla buona vena di Nainggolan, a questo punto del campionato aveva segnato 7 gol in più: 17. Alla Roma tutta, rispetto al 2016/17, ne mancano 11 (erano 44, sono diventati 33). Questo rende l’idea della Dzeko-dipendenza della squadra. I numeri però svelano che le occasioni non sono mancate: dentro l’area di rigore ha calciato 85 volte, almeno 26 in più del primo competitor, cioè Icardi, 27 in più di Mertens e 28 più di Immobile. A Di Francesco non resta che sperare, una volta addormentata l’onda lunga del mercato, che il suo migliore attaccante riprenda il ritmo giusto: il Benevento, peggiore difesa del campionato, gli può servire come scivolo nonostante un leggero acciacco che in settimana gli ha suggerito un’ecografia di controllo. Niente di grave.

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