Corriere dello Sport (R. Maida) – Dietrofront totale, inversione a U: la Roma dice no a Leonardo Bonucci. Quando l’accordo sembrava fatto, dopo gli incontri tra il gm Tiago Pinto e il procuratore Alessandro Lucci, i Friedkin hanno bloccato la trattativa. Salvo nuove virate, al momento imprevedibili, l’affare è saltato.

Bonucci aveva già accettato la proposta di sei mesi per lasciare l’Union Berlino e trasferirsi a Trigoria. Avrebbe guadagnato più o meno la cifra che gli era stata garantita in Germania: un milione netto fino a giugno. Per accelerare l’operazione anzi aveva detto ai dirigenti tedeschi di essere pronto a rinunciare allo stipendio di dicembre.

In questi giorni, dal Sestriere dove è andato in vacanza con la famiglia, Bonucci aspettava solo la chiamata giusta per volare a Roma e firmare il contratto. Invece si è bloccato tutto. C’è chi assicura che la sollevazione social di parte della tifoseria, contraria all’arrivo di un ex simbolo della Juventusabbia inciso sulla valutazione della proprietà e anche di Mourinho.

È un elemento, magari. Ma da solo, conoscendo lo stile imprenditoriale dei Friedkin, non basta a spiegare lo stop alla trattativa. Evidentemente Bonucci, che nel 2024 compirà 37 anni, non è stato considerato un investimento e neppure un rinforzo utile, neppure per l’immediato.

Di sicuro è una grande delusione per Bonucci. E un problema in più per Mourinho, che dopo la partita contro la Juventus perderà per un mese abbondante uno dei suoi difensori, N’Dicka, in partenza per la Coppa d’Africa. Con Smalling sempre infortunato, Kumbulla appena recuperato dopo 7 mesi di infortunio e Mancini diffidato, Tiago Pinto dovrà trovare in fretta un altro specialista del ruolo per cominciare in serenità il 2024. Anche conoscendo le restrizioni imposte dal fair play finanziario e quindi dalle liste Uefa, un innesto per il campionato è necessario e urgente per questioni puramente numeriche.