Stadi, riti, gioco. Il calcio che verrà

La Repubblica (M.Crosetti) – Per la prossima stagione ci attende un cambio complessivo di riti, gesti, abitudini. Non avremo più il pubblico e neppure i suoi “luoghi accessori” come bar, ristoranti e centri commerciali che ormai fanno parte dell’evoluzione del calcio. Addio alle “fan zone” durante i grandi eventi, addio agli anziani e ai bambini, alle mascotte che accompagnano i giocatori in campo. Addio alle strette di mano, gli abbracci e i baci, compresi quelli stampati su una coppa appena vinta. I calciatori viaggeranno su più pullman e avranno più di uno spogliatoio e nelle gare casalinghe arriveranno addirittura con la propria macchina. Niente foto, niente interviste o comunque poche e a distanza. Non vedremo più gli scambi di maglia a fine partita, i giocatori si rialzeranno da soli e non sarà possibile protestare con l’arbitro. Sarà diverso anche il gioco come visto in Germania: più possesso palla, più passaggi, più gioco effettivo, meno contrasti duri e meno duelli individuali. Saranno possibili i cinque cambi e i finali di partita saranno più movimentati. Il pallone, inteso come oggetto, verrà disinfettato e sanificato, ma è il calcio ad averne bisogno.

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