Spalletti: «Pallotta? Non mi impressiona, che sia più presente»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini)  – Come in un rally: Luciano Spalletti tira via dal fango la Roma. Ma poi non puoi mica pensare che l’auto esca pulita, pronta per una sfilata. Gli schizzi coprono le fiancate, il segno della fatica resta, qualche strisciata da far vedere al carrozziere c’è sempre. Magari ci sarà pure da curare qualche schiena che scricchiola, qualche frizione che ormai puzza, puzza di vecchio. Perché poi succede che, a 15’ dalla fine di un ordinario Palermo­Roma, Spalletti chieda a Francesco Totti: «Ti va di fare questo quarto d’ora?». E il capitano: «Meglio di no, ho mal di schiena». Una sofferenza che si sarebbe palesata già giovedì scorso nel post partita a Lione, secondo una versione vicina al calciatore che però viene dribblata da Spalletti: «Francesco ha sentito dolore mentre si riscaldava». Serve un colore? Inutile cercarne altri, è il giallo, che Spalletti non ha fatto nulla per smorzare: «Quello di Totti per me è un tasto delicato – ancora l’allenatore –. Preferisco non dire nulla, altrimenti qualsiasi cosa potrebbe essere usata contro di me. Se avete visto, raccontate quello che avete visto».

AUGURI PALLOTTA – Visto e sentito. Perché c’è stato soprattutto da ascoltare. Spalletti, lui sì, ha dato la sensazione di esser uscito dal fango senza sporcarsi. Lui sì, ha dato la sensazione di essersi liberato di qualche zavorra e di parlare a ruota libera, non negandosi qualche frecciata a James Pallotta, che proprio oggi compie 59 anni: «Mi chiedete se ho fatto turnover dopo le parole del presidente? Io non mi lascio mica impressionare dalle sue parole. Anzi: mi farebbe piacere lui se fosse un po’ più presente». Ci siamo, allora: Pallotta, che da Boston sintetizza con un «Questa vittoria ci voleva» il suo pensiero post partita, sbarcherà a Roma in settimana. Ci sarà tempo per scambiarsi gli auguri ma soprattutto per chiarire qualche questione in sospeso.

SPINE – «Il mio contratto? Io se perdo altre due partite non finisco neppure questa stagione – ha detto ancora Spalletti –. Ho fatto un favore alla dirigenza a non rinnovare, all’allenatore precedente (Garcia, ndr) hanno dovuto pagare quello che mancava. Pallotta ha ragione, sono io il responsabile, lasci perdere i calciatori. Ma con i tifosi della Roma è bene essere chiari: un anno fa, quando mi chiamarono perché c’era una situazione di difficoltà, accettai molte situazioni già imbastite. Avevamo problemi a fare mercato. Sono partiti Digne, Pjanic, Gervinho, avrei potuto pure salutare alla fine della scorsa stagione, non si è mai parlato di strategie, il secondo anno di contratto era stato fatto solo per dare la sensazione di continuità di un progetto». Sembra una chiusura contabile: così diventa difficile immaginare che il matrimonio possa allungarsi.

TIFOSI – Con le frecciate non si va avanti. E chissà che reazioni provocheranno quelle rivolte agli ultrà della Sud: «Col Lione sarebbe fondamentale ritrovare 60 mila persone. Non ho mai capito perché i nostri tifosi si siano messi a sfidare chi ha creato loro difficoltà: così hanno complicato la vita a noi».

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