Spalletti: “Ora Dzeko è più forte”

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Promosso dai fatti e dalle necessità. Edin Dzeko è il numero 9, Edin Dzeko segna gol a raffica, Edin Dzeko torna a tutti gli effetti il centravanti della Roma. Luciano Spalletti ne benedice lo stato di grazia estivo dopo la quaterna rifilata all’Unicusano Fondi. E conta di schierarlo titolare anche a Oporto, dopo averlo escluso tante volte nella scorsa stagione. «Edin ha sempre voluto dimostrare il suo valore – spiega l’allenatore – e anche quando ho fatto scelte diverse non ha mai detto di non sentirsi bene nella Roma. Adesso la sua voglia di riscatto evidenzia che sia ripartito con il piede giusto. Le motivazioni sono fondamentali, soprattutto in un ambiente passionale come il nostro. Se hai la spinta, riesci a galleggiare fino in fondo. Del resto, le sue qualità sono sempre state fuori discussione: Dzeko ha tecnica, fisicità, intelligenza nella lettura delle scelte. Deve solo completare le cose che sa fare con la caparbietà e la continuità. E mi pare che stia andando in questa direzione, sta svolgendo bene il suo lavoro».

IL PORTIERE – E se la questione Dzeko sembra venire dal passato, più che da un presente pieno di aspettative, Spalletti accoglie con il sorriso la domanda più attuale: chi gioca titolare in porta, Alisson o Szczesny? «Manca ancora una settimana e non è giusto scegliere adesso. La Roma è una squadra di valore ha due portieri molto bravi. Valuterò entrambi e deciderò, perché un allenatore ha il dovere di restituire ai giocatori quello che i calciatori danno nel lavoro quotidiano. E non è l’unico dubbio che ho in vista del Porto. Per fortuna, ci sono ruoli in cui ho due giocatori a disposizione. Cercherò di decidere nell’interesse collettivo».

IL RECUPERO – Chi non rischia il posto, in questo momento, è Kevin Strootman, addirittura capitano nel secondo tempo dell’amichevole vinta ieri pomeriggio contro l’Unicusano Fondi (4-0). «Kevin ha bisogno di giocare, di un periodo di continuità, di un po’ di partite vere per tornare al top – chiarisce SpallettiSoltanto con gli impegni agonistici potrà tornare al suo livello, dal momento che viene da due anni di quasi totale inattività. Ma i nostri timori iniziali non si sono avverati: ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto, nella preparazione. Il programma procede nella maniera migliore, siamo fiduciosi».

SVILUPPO – Dovrà invece aspettare per rendersi utile il giovane Gerson, ancora a disagio negli schemi della Roma. Spalletti approfitta dell’argomento per spiegare un concetto: «Bisogna capire che le amichevoli estive hanno una certa finalità. Noi non ci alleniamo per preparare al meglio queste partite. Anzi, ci siamo allenati duramente prima delle partite, perciò è normale non arrivare brillanti all’impegno agonistico. Ma non è importante, sono solo dei test. Se parliamo di Gerson, vi dico che era affaticato: questo è l’unico motivo per il quale l’ho sostituito per primo a Latina, dopo averlo un po’ rimbrottato. Gli ho chiesto se si sentisse di fare 10 minuti contro l’Unicusano e lui ha detto che era stanco. Credo sia normale, perché Gerson non è abituato a lavorare così. Ma io sono molto contento di lui. Deve solo inserirsi nel nostro calcio, con la disponibilità verso la fase difensiva: quando c’è da “raspare”, è poco interessato… ». Pazienza, quindi. Questo chiede Spalletti: «Lo teniamo in considerazione. Con quattro partite in undici giorni abbiamo bisogno di cambi importanti, purchè siano determinati a incidere nella partita anche nel poco tempo che giocano… Io Gerson lo vedo a centrocampo: ha un passo che gli consente di giocare in mezzo e che lo metterebbe in difficoltà nel traffico che c’è sulla trequarti».

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