Spalletti già studia la Champions Roma

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Luciano Spalletti, sette anni dopo. Giovedì comincia il suo sesto raduno da allenatore della Roma, il primo dal 2009 quando la squadra si allenava a Riscone di Brunico. Riparte da Pinzolo con due giocatori che già lo conoscono, Totti e il terzo portiere Lobont, aspettando De Rossi che entrerà in gruppo dopo le vacanze. Riparte con le conoscenze acquisite nel suo percorso internazionale e con l’ausilio di uno staff rinnovato, specialmente nel settore atletico guidato dai preparatori cari a Pallotta: Darcy Norman e il suo vice Ed Lippie.

LE NOVITA’ – Naturalmente il motto di SpallettiSi ascolta tutti ma poi si decide noi») resta valido. Prima del rompete delle righe, a maggio, l’allenatore si è riunito con il gruppo di lavoro nell’albergo di Dubai che ospitava la squadra, chiedendo a Norman di preparare una tabella dettagliata sui programmi atletici previsti a Pinzolo. Giovedì a Trigoria verranno prese le decisioni definitive. In ogni caso Spalletti è intenzionato ad avvalersi delle competenze dei professionisti nordamericani che hanno dimostrato, con il rinnovamento delle strutture della palestra di Trigoria, di seguire tecniche all’avanguardia: da anni i preparatori non usano più macchinari che allenano i muscoli ma le fasce muscolari. In questo modo, secondo la nuova scuola, l’atleta sviluppa più forza e di conseguenza previene meglio gli infortuni.

IL CAMPO – La differenza però secondo Spalletti si fa in campo. In questo non c’è alcun cambiamento rispetto alle convinzioni. I dati che gli vengono sottoposti sulla resistenza, l’esplosività e l’elasticità dei calciatori gli interessano, naturalmente, perché la tecnologia è un supporto che non si può ignorare. Ma Spalletti si fida soprattutto di quello che conosce meglio e che vede con i suoi occhi: pretende dunque la massima intensità dalla squadra in ogni singolo allenamento. Ha avuto qualche colloquio con i nazionali azzurri, reduci dalla mini-preparazione effettuata a Coverciano da Conte, e ha avuto le conferme che cercava: quando i giocatori sgobbano con adeguata motivazione e verificano in partita i risultati della loro fatica, si sentono più stimolati e gratificati dal lavoro. Insisterà quindi sui metodi che hanno stregato Pallotta: allenamenti duri, lunghi e soprattutto impegnativi.

PALLONE – E’ prevista poca corsa “a secco”, come si dice in gergo. E’ finita l’era zemaniana delle feroci ripetute e dei dolorosissimi gradoni. Anche nella prima settimana di Pinzolo, i giocatori avranno spesso contatto con lo strumento che più amano: il pallone. Nella mentalità spallettiana va sviluppata la propensione al palleggio e alla velocità del gioco per essere competitivi con le squadre più qualitative. Tre quarti del lavoro si baseranno dunque sull’aspetto tecnico e tattico. In questo senso Spalletti approva i sistemi spagnoli, che alla Roma erano stati introdotti da Luis Enrique, combinati con il potenziamento in palestra. E’ un circolo virtuoso: se un atleta ha una muscolatura più pronta, può produrre anche un lavoro più intenso negli esercizi e nelle partitelle. Con ricadute positive sulla resistenza agli impegni agonistici, anche ravvicinati.

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