Con Spalletti è già futuro: «Costruiremo una Roma più forte»

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – La stagione è ormai finita, oggi parlerà per l’ultima volta in conferenza, tre sere fa era a Firenze nel suo locale con l’amico Baldini, mercoledì invece notte mondana alla festa di Sky agli Internazionali, domani chiuderà a Milano, poi la testa sarà rivolta al prossimo anno. Ammesso che non lo sia già, ma guai a dirglielo perché Luciano Spalletti, anche se non lo ribadirà pubblicamente oggi a Trigoria, una minima speranza per il secondo posto ancora ce l’ha. Gli piace da morire il Napoli di Sarrinon credevo di vedere qualcosa di così nuovo»), ma il calcio è pieno di storie come quella che farebbe il Frosinone vincendo, da retrocessa, al San Paolo. Tutto, però, sarebbe vano se la Roma non vincesse a San Siro e allora bella la festa, bella la giacca, belli i sorrisi – anche se qualche frecciatina qua e là, in puro stile Spalletti, non è mancata, soprattutto verso la stampa –, ma quello che conta è sempre il campo: «Per noi sarà dura, ma siamo in una buona condizione fisica e psicologica».

SCHERZI CON RADJA – Sarà per questo che, per una volta, ha chiuso gli occhi anche di fronte a un Nainggolan versione «one man show». D’altronde, con un rendimento come quello del belga, c’è poco da dire: «Radja, non fare le tre mi raccomando», gli ha detto col sorriso Spalletti. Pronta la risposta: «Tranquillo mister, faccio le sei». Ecco, con la speranza che l’alba non l’abbia poi fatta davvero, Nainggolan è apparso sorridente e sereno, disponibile per le foto, e ha ribadito a tutti che, se dipenderà da lui, non si muoverà da Roma: sta bene, la città gli piace, la squadra pure e può ancora crescere.. Spalletti è dello stesso avviso: «Cercheremo di migliorare una rosa già forte, i giocatori hanno qualità», ha ribadito, dicendo pubblicamente quello che privatamente, al netto di topini e gatti dalla coda maculata, ha già specificato a chi di dovere nelle segrete stanze di Trigoria (e Boston). Non vuole rivoluzioni, vorrebbe tenere i centrali, ha chiesto di provare a trattenere Digne e Szczesny (sembra più facile la situazione del francese, «innamorato» del tecnico), dei centrocampisti neanche a parlarne, vuole valutare da vicino la situazione di Dzeko per capire se ci siano i margini per recuperarlo, si aspetta da Totti lo stesso rendimento di questo scorcio di stagione.

LE NOVITÀ – Ha chiesto calciatori forti e da inserire subito in gruppo, un centrocampista titolare e una buona alternativa, un terzino destro, il riscatto di El Shaarawy e chissà cos’altro in attacco. Farà poche vacanze, ad inizio giugno, si chiuderà spesso nel suo ufficio di Trigoria, vedrà gli Europei (forse anche qualche partita dal vivo), e già conta i giorni che mancano al ritiro di Pinzolo, già quasi tutto pianificato. Non sarebbe Spalletti, altrimenti.

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