Spalletti: “Bella la mia Roma. E Totti è super”

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – «Mister, lo dice lei ai giornalisti della mia parata? Altrimenti si parla sempre di Totti». La frase di spogliatoio è raccontata a fine partita da Luciano Spalletti, che riporta il pensiero di Szczesny al termine di un’altra vittoria targata 1976, l’anno di nascita di un artista contemporaneo: «Il mio portiere scherzava ma non troppo, visto che mi ha rincorso per il corridoio…». Però anche lui, «il mister», sa riconoscere la differenza: «Francesco ha fatto più di quello che ci si aspettasse, ci ha dato una mano importante con uno dei colpi del suo repertorio». La punizione, la sentenza: «Totti è un brillante. E un brillante si mette nelle grandi serate, al momento giusto, non tutti i giorni. Quando si allaccia le scarpe con la faccia che aveva a Genova, siamo a cavallo… Ma ci sono anche gli altri. La squadra è sempre stata dentro alla partita, ha reagito bene allo svantaggio e anche prima ha fatto le cose nella maniera giusta. I miei giocatori vanno applauditi e ringraziati. Poteva starci un po’ di rilassamento una volta acquisito il terzo posto aritmeticamente, invece la Roma ha dimostrato di avere la giusta mentalità. E credo si sia visto anche lo spettacolo. Potevamo concedere di meno in difesa, magari, però mica è facile venire qui a vincere senza lasciare occasioni da rete».

ESULTANZA – Ha alzato i pugni dopo il pareggio di Totti, ha saltato in alto come un cestista al momento del sorpasso: «Mi piace partecipare alla gioia dei ragazzi, specie in certe situazioni. El Shaarawy ha segnato un grandissimo gol su una palla lavorata bene da Dzeko. Per questo dico che dobbiamo dare merito alla mia squadra di quello che fa e non solo al singolo. A volte dalle nostre parti si cerca di porre l’accento su altre situazioni ma il girone di ritorno della Roma è stato eccezionale». E adesso niente è impossibile, la storia del calcio è piena di colpi di scena: «Vincendo lo scontro diretto contro il Napoli ci siamo aperti una possibilità. Può capitare che loro frenino. Restiamo aggrappati, via. Ma quello che dobbiamo fare è continuare a seguire il nostro filo logico, che è quello delle vittorie».

IL RIENTRO – Spalletti applaude Kevin Strootman, tornato titolare dopo quasi un anno e mezzo: «Lui è un campione dentro. Se ha giocato poco è stata un po’ colpa mia. Ed è normale che gli manchi il ritmo. Eppure ha fatto una partita di qualità e forza, urlando ai compagni con l’eccezionale carattere di cui dispone. E’ uno che vuole vincere sempre e l’ha dimostrato in campo. Ci verrà molto utile perché con la personalità che ha fa migliorare gli altri». Come Dzeko, chissà: «Edin era arrabbiato, come tutti quelli che non sono in campo dall’inizio. Lo era dalla vigilia della partita perché aveva capito che sarebbe andato in panchina. Ma è un grande calciatore e a Genova ha fatto vedere di meritare un posto in squadra».

PLACIDO – I tifosi del Genoa si sono lamentati dell’arbitraggio. E pure Gasperini era seccato, non tanto per la valutazione del fallo di De Rossi (ammonito e non espulso) quanto per il fallo su Totti che è costato il 2-2. Spalletti preferisce non discutere a distanza con il collega: «Io credo che Gervasoni sia un grande arbitro e amo parlare della qualità dei miei calciatori, non degli episodi. Non so cosa abbia detto Gasperini e vorrei sentirlo da lui, senza offesa per voi (si rivolge ai giornalisti, ndi). Per me è inutile parlare di vantaggi arbitrali, visto che alla Roma in questo campionato è stato dato un rigore dopo 21 partite».

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