Soleri: “Spalletti è bravo ed esigente. La convocazione per il ritiro è stata bellissima ed inaspettata. Spero di restare alla Roma”

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Edoardo Soleri, attaccante della Roma che sta svolgendo il ritiro di Pinzolo con la prima squadra, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Roma Radio. Queste le parole del giovane giallorosso:

Nuovo look?
Sì, se avessimo vinto lo scudetto avrei dovuto tagliare i capelli, l’hanno fatto i miei compagni con la macchina per la barba. Anche a me piacciono i capelli lunghi, mia madre neanche ci credeva.

Il consiglio di tua mamma?
Capelli lunghi, per forza. Mio padre era più tranquillo.

Il cambio di ruolo da centrocampista?
Si erano fatti male tutti gli attaccanti, non avevo mai giocato, mi provarono attaccante e non mi tolsero più. Devo ringraziare il mister, una buona intuizione. Mi ispiro molto a Luca Toni, non so se ci somiglio, non mi piacciono i paragoni, spero di rubare qualcosa ai compagni che sono molto bravi.

Come ti trovi con Dzeko?
È un attaccante fortissimo, lo guardo spesso, come si muove, come attacca la profondità, è un punto di riferimento. Spalletti è esigente, bravo, cerca di spiegarci bene i movimenti.

Eder?
Ho visto la finale, il primo tempo con i compagni, il secondo con Di Livio in stanza, Eder ha spaccato la partita, non era facile, tifavo Portogallo, ero sicuramente felice. Mi piace molto Lewandowski.

Cosa hai pensato alla convocazione per il ritiro?
Quando ho letto il messaggio non ci credevo, ho chiamato subito mio padre, era molto felice. Una cosa bellissima e inaspettata.

Il debutto a Borisov?
Un sogno, il giorno dopo mi sono svegliato e non ci credevo, pensavo fosse di nuovo il giorno della partita, un’emozione fortissima. Mi piace molto attaccare il primo palo, cerco di dare tutto, pressare tutti, voglio uscire dal campo con la maglia sudata, se arrivano i gol meglio. Sono quattro anni che sto in stanza con Di Livio, sta giocando molto al computer a che non ho ancora capito, ho guardato 5 secondi e mi è venuto mal di testa (ride, ndr). Abbiamo i computer, c’è il giornale, leggiamo qualcosa, abbiamo portato la playstation ma non abbiamo neanche avuto tempo per montarla, siamo sempre occupati.

L’NBA?
Con Gombar e Margutta commentiamo spesso l’NBA, le giocate, è nata questa esultanza di Harden, ogni punto che fa mescolava, mi hanno suggerito questa esultanza.

La finale?
Gara 7 è stata bellissima, tifavo Cleveland, Golden State la tifavano tutti. Una partita bellissima, Cleveland veniva da una sconfitta, era sotto 3-1 e ha recuperato. Chapeau. Harden è il mio giocatore preferito, anche James, lui prende sempre Golden State e io Cleveland. Non ho mai giocato con De Rossi alla playstation.

Il futuro?
Spero di vestire questa maglia, è quella che ho sempre tifato, per cui sono sempre andato allo stadio, spero di restare qui. Fare la carriera di Totti non è facile, per essere più realistici sarebbe un sogno fare quella di Florenzi. Ho vissuto 5 anni in Argentina e 5 in Brasile, siamo tornati e dovevo andare a vivere a Torino con mio padre, ma sono rimasto a Roma con mia madre.

Cosa ho preso dal calcio sudamericano?
Ero piccolo, non ho rubato molto. Ho cominciato a 8-9 anni.

Le prospettive di squadra?
La squadra è fortissima, il livello degli allenamenti è molto alto, spero che ci toglieremo più soddisfazioni possibili.

Un messaggio ad Alberto De Rossi?
Non vedo l’ora di rincontrarlo per parlare della finale!

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