Sogno double: Di Francesco a caccia dell’impresa

Corriere dello Sport (R.Maida) – Si diventa leggende in tanti modi. Quei 132 minuti sono stati un sogno indimenticabile, per diverse generazioni di calciatori irripetibile, ma possono aprire le porte di una storia ancora più bella: mentre volava verso Detroit alla scoperta della sua prima America, Eusebio Di Francesco avrà sicuramente pensato allo scudetto festeggiato con la Roma da giocatore e magari avrà pure fantasticato sulle prospettive di una doppietta incredibile. Se dovesse vincerlo anche da allenatore, durante il nuovo percorso a Trigoria, entrerebbe nell’élite di un gruppo di privilegiati che hanno saputo effettuare il double storico con la stessa squadra.

TUTTO MIO – Nel 2000/01, Di Francesco visse un’annata molto sfortunata perché si infortunò quasi subito al ginocchio, in Coppa Uefa a Nova Gorica, e potè partecipare solo 5 volte, per un totale di 132 minuti appunto, all’esaltante crociera sul mare tricolore. «Ma è uno scudetto che sento mio – ricorda – anche se non fui in grado di giocare tanto». Anche lui ebbe una piccola ricompensa dal destino, quando Fabio Capello lo rilanciò a sorpresa tra i titolari nella penultima giornata a Napoli: la Roma non esultò quel giorno ma Eusebio sì.

GALLERIA – Erano altri tempi e un’altra Roma ma in questo confronto epocale Di Francesco incrocia un’altra volta Capello, stavolta virtualmente. A Capello la doppietta è riuscita addirittura con due divise diverse, il Milan e la Juventus: campione d’Italia da calciatore e poi da allenatore, anche se i due scudetti vinti alla Juve non valgono perché annullati dalla sentenza di calciopoli. Restano limpidi invece i quattro celebrati al Milan in panchina dopo quello della Stella del 1978/79 che ne ha impreziosito la carriera sul campo. Restando in Italia, della galleria fanno parte altri top manager del momento: Carlo Ancelotti e Antonio Conte che si sono spartiti la gloria con i soliti club, cioè Milan e Juventus. Ora ci prova Di Francesco. E attenzione: in teoria tra gli allenatori che oggi lavorano in Serie A la possibilità è concessa anche all’altro “romanoSimone Inzaghi, che ha vinto con la Lazio da calciatore.

ESTERO – L’impresa è molto più diffusa in Spagna dove giusto pochi mesi fa Zinedine Zidane, mister Champions League, ha completato il filotto con il Real Madrid seguendo a distanza il Cholo Simeone, campione di ogni mestiere con l’Atletico. Zidane è stato il quinto madridista della serie, dopo Miguel Munoz, Del Bosque, Valdano e il chirurgico tedesco Schuster: una Liga vinta da calciatore e un’altra da allenatore. Si sono divertiti, manco a dirlo, almeno quanto i colleghi del Barcellona, da Guardiola a Cruyff passando per Luis Enrique, in aggiunta ai meno reclamizzati Samitier e Rexach. Ma se parliamo di Spagna, il vero eroe è il basco Juan Urquizu: dev’essere speciale scalare una nazione con la squadra della tua regione, l’Athletic Bilbao.

IL RECORD – Negli altri Paesi va rimarcato lo score di Ronald Koeman, vincente con due big d’Olanda sia correndo che pilotando: Ajax e Psv Eindhoven. Didier Deschamps deve invece accontentarsi del double marsigliese, perché alla Juventus non ha avuto il tempo di vincere da allenatore. Ma il risultato più pazzesco di sempre appartiene a Kenny Dalglish, mito scozzese del Liverpool: oltre ai cinque campionati conquistati da giocatore e ai due da allenatore, ne ha saputo vincere uno nella doppia veste. Player-manager sì: nel 1989/90 faceva la formazione e giocò pure una partita. Troppo.

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