Smalling: “Non volevo andare via dal Manchester l’anno scorso, ma non avevo la possibilità di giocare”

Il difensore centrale della Roma, Chris Smalling, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano inglese Telegraph. Tra i vari argomenti trattati, il suo addio al Manchester United, dopo tanti anni passati ai Red Devils ed il suo rendimento sopra alle aspettative nelle ultime due stagioni nella Capitale. Di seguito, le sue dichiarazioni:

“Ricevo molto amore e affetto dai tifosi della Roma, loro da un difensore centrale vogliono qualcuno che sia stabile, forte e in grado di guidare il reparto. E questo è qualcosa che sentivo di essere in grado di fare. Era quello che voleva il club riportandomi qui quest’estate”.

Sullo studio dell’italiano…

Spero di riuscire a parlare fluentemente abbastanza presto. Certo, non sarebbe un traguardo importante quanto far vincere un trofeo alla Roma, ma sarebbe qualcosa a cui aggrapparmi per il resto della mia vita. È un mio grande obiettivo.

Sull’ultimo periodo al Manchester United…

Avremmo potuto finire la stagione 2018-2019 meglio, ma ero un giocatore titolare ed ero pronto a combattere e dare il massimo per il futuro. Ovviamente girava voce che Harry Maguire sarebbe arrivato. Ho già detto di come succedesse che ogni anno l’allenatore portava un difensore centrale nuovo e alla fine del nella stagione, giocavo più gare della maggior parte dei miei compagni. Ero concentrato sul migliorarmi e giocare per lo United. L’interesse dei club inglesi o di altre società non l’ho mai preso in considerazione, perché non mi vedevo da nessun’altra parte. All’inizio della stagione successiva però, mi sono trovato a non essere nemmeno convocato per la panchina, una situazione totalmente nuova per me. È stato il punto più basso della mia avventura allo United, uno shock che non mi aspettavo. Se me l’avessero detto chiaramente in estate, mi sarei organizzato in modo diversi. Sapevo a quel punto che le mie gare con Ole (Solskjaer, ndr) sarebbero state pochissime. Ero un po’ frustrato. Quando ho saputo questa situazione il mercato in Inghilterra era già chiuso e mancava poco a che anche quello italiano chiudesse. Sono stato lasciato in una brutta situazione. Dovevo decidere. Solskjaer mi disse: “Non sono sicuro di quando sarà la tua prossima partita”. Mia moglie aveva appena avuto un figlio. Stavano succedendo molte cose all’ultimo minuto. Volevo giocare, non ero abituato a sedermi in panchina. Anche se lui mi avesse detto: “Ok, sei la terza scelta ma hai la possibilità di giocare”, sarei rimasto. Ma non è andata così e ho deciso di andare via e mia moglie mi ha aiutato molto in questo. 

Sul trasferimento della scorsa estate…

In alcuni momenti è stato difficile. Ho dovuto parlare in modo diretto con Solskjaer e con Woodward (vicepresidente esecutivo, ndr), per ottenere un po’ di chiarezza. La stagione scorsa sono stato molto fortunato ad ottenere il trasferimento alla Roma, ma visto il prestito sono rimasto in questo limbo fino all’ultimo minuto. Rimanendo a Manchester avevo la possibilità di rimanere in tribuna per tutto l’anno. Ero stato lasciato nelle mani dello United, ma ho voluto prendermi la proprietà della mia carriera. Ho avuto tutta l’estate per pensare all’opzione migliore e avere il tempo per attuarla (si riferisce al ritorno nella Capitale, ndr). C’è stata più di un’occasione in cui ho pensato quest’estate che poteva saltare tutto. Anche la settimana prima. Ci sono state altre volte, invece, in cui ero molto vicino al trasferimento. Per un po’ di tempo era un 50 e 50. 

Sull’ultima ora di mercato…

Sapevamo che avevamo fatto tutto ciò che andava fatto, ma probabilmente poi non era stato ratificato. Abbiamo passato l’ora successiva in attesa della conferma.

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