Sibilia sfida Gravina: “Candidato per coerenza. Sono deluso da Abete”

Corriere della Sera (A. Bocci) – Il 22 febbraio ci saranno le elezioni per la presidenza Figc. A contendersi la poltrona di numero uno del calcio italiano saranno Gabriele Gravina, presidente uscente, e Cosimo Sibilia, vice presidente. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Sibilia ha illustrato il suo programma. Di seguito le sue parole.

Cosimo Sibilia, 62 anni, presidente della Lega Dilettanti e vice presidente vicario della Figc, deputato di Forza Italia alla Camera, lunedì sfiderà Gabriele Gravina alle elezioni federali. La prima domanda nasce spontanea: chi glielo ha fatto fare?

L’ho fatto per coerenza e per rispettare il percorso che nel 2018 ci ha permesso di mettere fine al commissariamento.

Si spieghi.

Ero in vantaggio in tutte e tre le votazioni. Ho fatto un passo indietro. Il mio è stato un gesto di responsabilità, altrimenti il calcio sarebbe rimasto per chissà quanto tempo senza una guida regolarmente eletta. Mi sono comportato così per il bene di tutti. Il patto tra me e Gravina, è bene ricordarlo, era stato sottoscritto anche da Ulivieri, presidente degli allenatori e Nicchi, presidente degli arbitri. Un accordo che, adesso, avrebbe dovuto esprimere un diverso presidente della Federazione.

Gravina ha detto che si trattava di un impegno programmatico e non di successione. Lei pensa di tirarlo fuori lunedì nel corso dell’assemblea?

Non ne ho una copia. Pensavo che non ce ne sarebbe stato bisogno. Voglio vedere se chi ce l’ha avrà il coraggio di mostrarlo a tutti. Sarebbe giusto perché così i delegati capirebbero meglio di cosa sto parlando e si farebbero un’idea più precisa.

Si sente tradito?

Lei come si sentirebbe? Ma ho raggiunto da tempo l’età della ragione e non mi meraviglio più di niente. Deluso però lo sono, soprattutto da una persona.

Sarebbe?

Giancarlo Abete. Era il garante dell’accordo. Se non lo avesse ratificato lui, non lo avrei mai firmato.

Resta il fatto che Gravina dovrebbe avere la maggioranza. Serie A, B e Lega Pro sono con lui e così allenatori e calciatori.

Vediamo. Un conto sono le deleghe, un altro i voti. E un candidato deve cercare di attingere da tutte le componenti. Io ci credo. I delegati sanno che persona sono e qual è il mio programma.

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Che si fonda?

Non ho scritto il libro dei sogni. Il mio documento è sobrio e mira al cuore del problema: governance, riforma dei campionati e della giustizia sportiva, infrastrutture. Con la giusta attenzione al calcio di base, giovani e dilettanti.

Tra i suoi sponsor c’è Lotito.

Non c’è nessuna evidenza che il presidente della Lazio voti per me.

La riforma dei campionati sembra una chimera. Non è facile far cambiare idea alla Lega di A.

Il problema non è il numero. Ai tempi dell’Avellino di mio padre non c’erano 20 squadre, eppure lo spettacolo era avvincente lo stesso. Magari possiamo cambiare i format e possiamo farlo d’intesa con i presidenti. La verità è che, così, il sistema non regge.

Anche Gravina ha messo al centro del suo programma la riforma dei campionati.

Mi domando perché non l’abbia messa in pratica durante l’emergenza, quando il precedente governo aveva dato alla Federazione il potere di intervenire….

 Con Gravina avete ottenuto parecchi risultati.

Non gli ho fatto mai mancare l’appoggio. Mi dispiace perché quell’accordo si poteva anche rivedere. Bastava parlarne. E invece ho scoperto che intendeva ricandidarsi a prescindere»

 

 

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