Sfida cruciale per l’alta quota. Sarri si gioca moltissimo, Roma-Napoli dentro i secondi

La Gazzetta dello Sport (S.Vernazza)Roma-Napoli di oggi non è soltanto la sfida tra le grandi battute del primo giro di semifinali di Coppa Italia o lo scontro diretto tra la seconda e la terza di Serie A. Rappresenta qualcosa di più, un incrocio capitale per il troncone d’alta classifica del campionato. Qualunque risultato determinerà spostamenti e sommovimenti in cima.

IN CASO DI 1 – Se la Roma vince, tiene viva l’illusione che la corsa scudetto sia ancora aperta, anche se riteniamo probabile il successo della Juve domani a Udine. In ogni modo, se il distacco tra prima e seconda restasse uguale, il meno sette di stamattina, il discorso non sarebbe del tutto chiuso. A undici giornate dalla fine, un divario simile è colmabile. La sconfitta del Napoli rimetterebbe in totale discussione la caccia al terzo posto, l’ultimo utile per la Champions (via playoff). Atalanta, Lazio e Inter, come iene, moltiplicherebbero motivazioni ed energie in vista dei propri impegni domenicali. Domani sera Sarri potrebbe scoprirsi terzo in condominio con Gasperini, suo fustigatore: Gasp gli ha portato via sei punti negli scontri diretti. Il segno 1 spaccherebbe in due l’alta classifica e farebbe quasi implodere il Napoli, reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro gare ufficiali. Se diventassero quattro su cinque, il ritorno di Champions martedì col Real prenderebbe la forma del redde rationem, del giudizio universale sulla stagione sarriana, anzi sul sarrismo in senso ampio.

IN CASO DI X Se all’Olimpico finisse in parità, la Juve potrebbe allungare a più nove sulla Roma e a quel punto molto sarebbe fatto. I discorsi sulla volata per il titolo si affievolirebbero e la Roma si troverebbe in una specie di limbo: continuare a guardare le spalle della Signora o guardarsi le spalle? Il Napoli, col pareggio, rischierebbe di farsi rosicchiare due punti dalle tre iene sue inseguitrici, ma farebbe rifornimento di autostima, darebbe prova di esistenza in vita. Risultato da non disprezzare.

IN CASO DI 2 Se vince il Napoli, per la Roma è finita o quasi in chiave scudetto e si complica il discorso Champions. Potenziale meno dieci dalla Juve, un abisso, e riduzione a più due del vantaggio sui sarriani. Il segno 2 aprirebbe lo scenario più estremo: Juve lanciata verso la fuga decisiva e mischione per gli altri due piazzamenti Champions, con cinque squadre in lizza (Roma, Napoli, Atalanta, Lazio e Inter). Sarri, coi tre punti romani, ripiglierebbe colore e il rendez vous col Real diverrebbe meno angosciante.

CHI RISCHIA DI PIÙ? Il Napoli, senza dubbio, e in questo senso la sconfitta della Roma contro la Lazio in Coppa non aiuta Sarri, perché i giallorossi cercheranno di sbianchettare subito il rovescio nel derby, quanto di più doloroso ci sia nella vita del tifoso romanista medio. Il movente psicologico sarà determinante: prevarrà la rabbia del Napoli, inceppatosi negli ultimi venti giorni, o quella della Roma scottata mercoledì dalla Lazio? Qui ci limitiamo a un’osservazione: il Napoli è un ferito grave, quasi a morte, e però ha i mezzi tecnici e tattici per assestare un forte colpo di coda e di ripartenza. Può riuscirci oggi o martedì col Real o in tutte e due le occasioni. Se la squadra ha un’anima forte, la tiri fuori, è il momento.

CHI SARÀ DECISIVO? Roma (57 gol) e Napoli (60) sono le squadre con i migliori attacchi, per cui si potrebbe parlare dell’importanza della torre Dzeko e della saetta Salah, della gabola Mertens falso nove e di Milik che sta per riprendere possesso della sua facoltà di goleador. Alla domanda su chi potrebbe essere decisivo rispondiamo però in altro modo: Nainggolan e Hamsik, le due «creste matte» (si fa per dire). Tutti e due, in stagione, hanno segnato 12 gol a testa in partite ufficiali, ma oggi come oggi li percepiamo diversamente. Nainggolan è il trascinatore della Roma: c’è sempre stato o quasi nei giorni cruciali e si è arreso per ultimo nelle situazioni difficili. Hamsik, in alcune partite top, è venuto meno. A Madrid ha servito l’assist per Insigne e si è inabissato. Martedì a Torino ha giocato a nascondino. L’inattitudine dello slovacco ai grandi incontri sembra a un passo dal diventare luogo comune. Oggi Marek ha l’occasione per smentire chi lo giudica forte coi deboli e debole coi forti. Si ritroverà davanti Nainggolan, grande competitore e per certi aspetti suo simile. Chi vince questo duello a distanza – neanche troppa – vince la partita.

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