Se il problema di Di Francesco (non) è Radja

Il Messaggero (M.Ferretti) – Il problema è Nainggolan. In che senso? La posizione di Nainggolan. Cioè? Con Spalletti faceva il trequartista, Di Francesco sbagliando gli ha cambiato ruolo. No, se mai l’ha riportato al suo ruolo originario. Sì, va bene, ma il problema della Roma è Nainggolan. Perché? Perché adesso non gioca più bene. Sicuro? Sicuro. Chiacchiere ascoltate mille volte nei bar, negli uffici, nelle radio della Capitale e fatte sistematicamente da chi ha in testa una verità tutta sua, e guai a chi gliela tocca. Poi, però, se smetti di parlare di pallone e cominci a parlare di calcio, e fai un piccolo riassunto di tante (piccole o grandi) cose che sono accadute alla Roma in questa primissima fase della stagione, ti accorgi che Nainggolan non è, non può essere il (un) problema della Roma. Allora, rispondete a queste facili domande: chi ha conquistato la punizione da tre punti a Bergamo? Chi ha dato l’assist a Dzeko contro l’Inter? Chi ha spaccato il palo alla destra di Handanovic contro Spalletti? Chi ha bruciato le mani di Oblak martedì scorso contro l’Atletico? Chi ha sbloccato la partita di ieri sera contro il Verona? Tanti interrogativi, una risposta in comune: Nainggolan. E, dunque, uno così rappresenta un (il) problema della Roma? Totò avrebbe detto: ma mi faccia il piacere… Solo che, come accennato prima, quando uno, dieci, cento o mille si fissano su una cosa, è complicato – nonostante fatti inattaccabili – fargli cambiare idea.

NUMERI DA GRAN BOMBER – E così Radja, che in carriera ha sempre giocato come gioca adesso con Di Francesco, tranne in una stagione (quella passata) da trequartista, oggi per troppi osservatori si muove fuori ruolo. Mah. Fossero veramente questi i problemi della squadra giallorossa ci sarebbe da star tranquilli a tempo indeterminato. Ma in questa città, che una volta era bellissima, si fa prima a far polemica che a godersi qualcosa. Tipo Edin Dzeko, 13 gol nelle ultime 12 partite della Roma all’Olimpico in campionato. Il meno acclamato cannoniere della Storia della Roma, arrivato a quota 52 reti in 94 partite (40 in 71 gare di campionato). Mica male. Eppure, il bosniaco continua ad essere ancora (troppo) considerato un intruppone, un sallucchione, un sellerone, un pippone, insomma; e sarà così, anche se vincerà per la seconda volta la classifica dei cannonieri. E ci sarà sicuramente chi, convinto da se stesso, dirà: Dzeko è il problema della Roma.

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