Schick e La Gumina, destini incrociati

Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Poche ore e sarà Empoli-Roma. Una sfida particolare, per tante ragioni. Perché si gioca prima della sosta e il risultato, dunque, avrà ripercussioni a lunga scadenza. Perché si incroceranno due ex, Andreazzoli e Di Francesco, col dente chissà quanto avvelenato. E perché di fronte si ritroveranno due ragazzi che vivono un momento molto simile, seppur in realtà e in contesti differenti.

Patrik Schick e Antonino La Gumina. Cosa hanno in comune? Il talento, in primis. Poi l’anno di nascita, il 1996. I due vennero al mondo a distanza di pochi giorni: il 24 gennaio il ceco, il 6 marzo il palermitano. Infine, il dato più interessante. Sono infatti i due investimenti più costosi della storia dei rispettivi club. E sin qui, entrambi hanno steccato in modo fragoroso. Un anno e un pezzettino di prestazioni deludenti per il giallorosso, sbarcato dalla Sampdoria per 42 milioni complessivi pagabili in vari step. Un acquisto altisonante, un ragazzo che illuminò gli occhi degli appassionati ai tempi di Genova, andando in doppia cifra pur da riserva di Quagliarella e Muriel, e che avrebbe dovuto far dimenticare ai romanisti un certo Momo Salah. Compito assolto, per ora, da Cengiz Under, accolto nell’estate 2017 con molte meno aspettative rispetto al giovanotto di Praga.

Tante attenuanti iniziali, legate anche a problematiche fisiche di difficile risoluzione. Poi, da fine autunno, Schick è rientrato più o meno in pianta stabile in gruppo, divenendo una costante opzione di scelta per Di Francesco. Con risultati oggettivamente mediocri. Tre gol in tutto, di cui soltanto uno realmente decisivo, ossia il guizzo che sbloccò il match col Chievo dello scorso 28 aprile, e svariate prestazioni vuote e inconsistenti. Col fantasma dell’erroraccio al 90’ allo Juventus Stadium (fuga solitaria e sinistro in bocca a Szczesny) che continua a perseguitarlo. Nemmeno un’estate promettente lo ha risvegliato: i primi 248 minuti ufficiali della nuova stagione ci hanno di nuovo mostrato una versione sbiadita e opaca del talento che per molti, ormai, è solo presunto. E sta decadendo persino l’alibi del ruolo, perché se da esterno fa fatica per caratteristiche, anche da centravanti, al posto di Dzeko, ha steccato più volte. La speranza è che possa seguire le orme di Lorenzo Pellegrini, capace di rompere il torpore estraendo dall’anima un po’ di sana rabbia agonistica.

Dall’altra parte c’è La Gumina. 9 reti lo scorso anno in Serie B, con la maglia del suo Palermo, ed una promozione sfiorata nella finale playoff contro il Frosinone. Tanta delusione, ma la A è comunque arrivata. Non con la Samp di Ferrero, che lo ha a lungo corteggiato, ma con l’Empoli del presidente Fabrizio Corsi, decisissimo a sborsare ben 9 milioni per portarselo in Toscana. La nuova stella della squadra? Non proprio. Mister Andreazzoli finora lo ha schierato titolare 5 volte su 7, per un totale di 399 minuti all’attivo, peraltro nel suo ruolo ideale, da seconda punta accanto ad un centravanti vero, Caputo, con un trequartista alle spalle col quale dialogare, Zajc. Risultato? Zero gol, zero assist e svariati errori davanti ai portieri avversari (clamoroso quello contro il Milan, pochi giorni fa). La nitida sensazione è che il fanciullo biondo sia ancora acerbo e fondamentalmente troppo emotivo per gestire le pressioni della Serie A. Stasera, a differenza di Schick, potrebbe avere un’altra chance dall’inizio. A Manolas e Fazio il compito di frenare la sua voglia di riscatto.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti