Schick, dolore e gioia: mette la testa a posto

Quello con la Sampdoria è un successo tutto da raccontare, anche per la storia di un protagonista diretto/indiretto dei tre punti: Patrik Schick, prima dolore e poi gioia della gente romanista. Nel primo tempo la Roma era ordinata a livello tattico ma nonostante tutto questo sono arrivati pochi pericoli per Audero. Come riporta Il Messaggero, non si può non dire qualcosa sulla prestazione di Schick, chiamato a guidare l’attacco con Dzeko inizialmente in panchina. Ci si aspettava, per una dose infinita di motivi, che il ceco riuscisse finalmente a proporre una partita vera, da protagonista contro la sua ex squadra; invece, Patrik per un tempo non si è presentato. E quando si è visto, è stato solo per alcune giocate al rallentatore o avviate verso l’inutilità. Se gioca in tandem con Dzeko spesso non la becca mai; se gioca da solo al centro dell’attacco idem. Il discorso, proprio perché legato alla partita contro la “sua” Sampdoria, assume una connotazione più critica. Non ci devono essere sempre giustificazioni per analizzare la faccenda. Le partite però possono cambiare in un attimo. Schick nella ripresa diventa un altro, con Dzeko dentro forse sente meno responsabilità si inventa un paio di cose buone nel gioco aereo, si fa vedere, fa capire a compagni e avversari che lui c’è. E la rete di De Rossi nasce proprio grazie ad una sua capocciata.

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