La Repubblica (M.Pinci – F.Vanni) – Era autunno quando la delegazione di una grande società italiana si fece ricevere dall’ufficio sport del governo per una richiesta insolita: «Ci aiutate a ridurre gli stipendi dei calciatori?». In realtà a cercare sponde politiche per chiedere interventi che riducessero costo del lavoro e buste paga sono stati in tanti, in Serie A. Il 16 febbraio il calcio italiano dovrà aver versato 215 milioni di stipendi, le mensilità di ottobre e novembre. Le offerte delle tv non hanno (ancora) dato certezze per il futuro: dopo l’apertura delle buste di ieri e con ancora pendente la rata di 130 milioni di Sky, tanti rischiano di non farcela.
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Un aiuto arriverà oggi dal consiglio federale. La Federcalcio già s’era schierata in prima linea a livello europeo chiedendo alla Uefa un intervento trasversale, un taglio incondizionato degli stipendi del calcio del 20-25%, raccogliendo pochissime adesioni, molti pareri contrari anche da altre federazioni (ad esempio quella spagnola) e anche da Ceferin non è che Gravina, n.1 della Figc avesse ricevuto una pacca sulla spalla, anzi.