Pagine Romaniste (R. Gentili) – Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. La Roma torna da Salisburgo a mani vuote. Peggio. Con amarezza e sconforto. Ma anche con tante critiche da fare. A nessun altro se non a se stessa. L’andata del playoff di Europa League finisce 1-0: il passaggio del turno si giocherà tutto all’Olimpico.
La squadra capitolina crea diverse occasioni – almeno 4 quelle da cui sarebbe potuto arrivare il gol – ma è incapace di finalizzare, anche davanti alla porta. Mourinho conferma l’undici di Lecce, quindi di Empoli. Una formazione che mantiene lo stesso dna, nel bene e nel male. Crea, senza incantare. Ma soprattutto senza concretizzare. Pesante la rete sciupata da Abraham, frenato nell’uno contro uno con Kohn dopo un ottimo lavoro in dribbling su Pavlovic, assente per squalifica al ritorno. Il portiere svizzero, con cittadinanza tedesca, è decisivo poco prima del gol su Belotti.
Girata istintiva del Gallo, e si vede, su sponda di Smalling – qualcosa che non va c’è stata – e Kohn alza palla, finita sulla traversa. È il secondo legno dopo il palo colpito in girata di testa da Cristante, tra i migliori. Non vi rientra Matic: molle la marcatura su Capaldo. Male anche Dybala, impostato in modalità silenzioso. Sprazzi di Pellegrini, El Shaarawy vivo. Zalewski sballottato, si perde.
LE PAGELLE
Rui Patricio 5,5 – La prima gara da 35enne è amara. Senza nulla da fare per tutta la partita, arriva il colpo inaspettato alla fine. Preso in contro-tempo. Motivo? Il solito: non è fermo in posizione.
Mancini 6,5 – Unico capace di tenere Okafor. Passa con il rastrello sulle offensive austriache, andando concretamente anche sulle seconde palle. Soffre di più nella ripresa, non cede mai.
Smalling 5,5 – Chi pensa a Fernando? Chris. Mette una pezza nel momento in cui il Salisburgo avanza di più nel primo tempo. La toglie a fine partita: svetta male sul cross fatale.
Ibanez 6,5 – Precise le uscite dalla roccaforte difensiva, rientra immediatamente e velocemente chiudendo il fortino. Mancini si dedica a Okafor, lui di più alle discese e alle incursioni di Capaldo: anticipato, soprattutto dentro l’area in una situazione in cui la squadra era sbilanciata. Come lui quando Fernando gli prende pericolosamente il tempo ed entra in area, che poi in un rusticano duello a campo aperto.
Zalewski 5,5 – Costringe Cristante a rientrare anche quando sarebbe toccato a lui intervenire. L’insidioso tiro dagli sviluppi dell’angolo lo inserisce in partita: aziona il motorino, manda ad Abraham un cross che Tammy, sprecone, gira fuori dallo specchio della porta. A sinistra nella ripresa, incontra più ostacoli nei pochi tentativi di scendere e fa poco per superarli. Non vigila su Adamu quando entra in area e colpisce di testa. Troppo individualista e veloce sulla ripartenza a campo aperto.
Cristante 6,5 – Aiuta Zalewski, poi Matic, la difesa ed infine traccia la linea per la gloria ad Abraham. Crea la doppia situazione che avrebbe potuto regalare la vittoria: rapida e collaudata la verticalizzazione per Tammy; frena sul palo la girata di testa.
Matic 4,5 – Nel marasma di situazioni che si va sviluppando nelle zone di competenza, non riesce a smistare regolarmente i dati e va in cortocircuito. Perde il possesso, ricercato subito trovando falli. E non trova Capaldo: stacca di testa dopo che averlo superato.
El Shaarawy 6,5 – Quando si aziona, la Roma lievita. Di esterno cerca Tammy, gli austriaci respingono prima il pallone e poi lui. Prova a premiare l’inserimento di Pellegrini, replica con Abraham: resta tutto incompleto, ma non per demeriti suoi.
Pellegrini 5,5 – Sciolto e presente nel primo tempo anche quando la Roma stenta, nel secondo accompagna e cerca di tenere vive i pochi focarelli. (Dal 74’ Wijnaldum sv – Minuti europei, giocati con fatica per la condizione non idonea in queste situazioni).
Dybala 5 – Qui Mozart compose la sinfonia numero ventuno. Paulo compone una serie di iniziative mai applicate, rimaste solamente nella testa. Non ispira nessuna musica dolce, ma solo qualcosa che stride. Induce Mou a lasciarlo negli spogliatoi. (Dal 46’ Celik 6 – Karsdorp è tornato, in campo va lui. Contiene più che creare, come al solito).
Abraham 4,5 – Rispetto a Lecce, il quesito “poteva fare di più?” neppure si pone. Fa bene tutto quando Cristante gli regala la volata verso la porta. Al momento di atterrare, sbanda tremendamente: elude Pavlovic, il tiro e la gara – sua e della Roma – sbattono su Köhn. Impastrocchia anche dure girate di testa. (Dal 74’ Belotti 5,5 – Subito davanti alla porta, gira – non nel migliore dei modi – il pallone appoggiato da Smalling e finito su Kohn e la traversa. Reattivo più che determinato a segnare).
Mourinho 5 – Conferma, per la terza volta di fila, la stessa formazione. Arriva una sconfitta dopo una prestazione a metà: si crea, non si conclude.