Sabatini: “Selfie Totti? L’ha fatto per i suoi tifosi e per la sua curva. Ha voluto essere un tutt’uno con loro”

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Sigarette, ottime letture – romanzi sudamericani e russi – barba rasata senza scadenze fisse, un viso da cattivo dei film western di Sergio Leone. Schivo, incline alla malinconia, tabagista con uffici avvolti da una cappa di fumo – era così allo stadio Barbera, sarà così anche a Trigoria – e pochi fronzoli nelle mosse di mercato e nella gestione dello spogliatoio. Walter Sabatini (quasi sessant’anni d’età, oltre quarant’anni nel calcio) non è cambiato adesso che è uno dei cuori pulsanti della Roma a stelle e strisce e ha i dollari di mister Pallotta per fare grande i giallorossi. È lo stesso che Zamparini scelse e da Zamparini andò via, dopo una convivenza di una trentina di mesi. Nella capitale ha collezionato veterani di lusso (De Sanctis,Maicon, Cole,Keita), plusvalenze micidiali (21 e 15 milioni rispettivamente per Marquinhos e Lamela), scommesse (vinte come Pjanic e Strootman, o perse come Bojan e Stekelenburg), ma il titolo di re delle trattative non gli basta, finché non avrà piantato per bene un chiodo fisso: regalare il quarto scudetto alla Roma. L’impresa domani passerà anche da Palermo, un luogo dell’anima che gli manca.

Sabatini, la Roma è reduce da una rimonta fantastica nel derby, il Palermo è arrivato al capolinea a Firenze dopo una striscia di 9 risultati utili. State meglio voi e siete favoriti per sabato?
«Non ci riteniamo favoriti, perché il Palermo è una squadra difficile da affrontare e può mettere in difficoltà chiunque. Li temiamo e li rispettiamo. E la Roma dovrà fare una grande prestazione».

Se dovesse puntare su un protagonista per parte al Barbera?
«I miei non li nomino perché sarebbe irriverente nei confronti di quelli che rimarrebbero fuori dalla lista, tra quelli del Palermo ci sono tre, quattro giocatori che possono ribaltare la partita in qualsiasi momento. Ma non li voglio comunque nominare».

Quanto perde la Roma senza De Rossi, Gervinho, Nainggolan e Keita?
«Perde abbastanza, ma la nostra squadra ha un organico ampio che garantisce tutte le soluzioni».

Un aneddoto su Totti che sintetizza il suo attaccamento alla maglia?
«L’ultima esultanza nel derby. Perché quel selfie non l’ha fatto per se stesso, ma per i suoi tifosi e per la sua curva. Ha voluto essere un tutt’ uno con loro».

Sono stati accostati alla Roma alcuni rosanero: Munoz – in scadenza di contratto – Dybala, Belotti. Nulla di vero?
«Se ci fosse qualcosa di vero Zamparini lo saprebbe, perché sarebbe la prima persona che informerei».

L’ha sorpresa il nuovo impatto di Iachini con la serie A?
«No, Iachini lo sa, gli avevo annunciato un’annata fortunata, perché ha meritato categoria, soffrendo e lavorando. Qualche mese fa glielo avevo predetto».

Cosa le manca – se qualcosa le manca – di Palermo dopo quei due anni e mezzo in rosanero?
«Il mare e la speranza: a Palermo ho vissuto quel sentimento di speranza nei confronti della partecipazione alla Champions; il bagliore del mare di Mondello e di quell’idea che ha mosso tuttele mie azioni, è la nostalgia di uno stato d’animo».

La lista è nota: Cattani, Sogliano, Panucci, Perinetti e Ceravolo. Il dopo-Sabatini non ha regalato stabilità alla poltrona di ds rosanero. Conosce Baccin?
«Baccin ha lavorato molto bene nel settore giovanile, è un ragazzo giovane e sicuramente farà bene. Tutti i personaggi citati sono meritevoli di considerazione. Probabilmente è cambiato qualcosa nella psiche di Zamparini: prima aggrediva gli allenatori, ora lo fa coni direttori sportivi. Ma voglio raccontarvi anche che ogni volta che prendo una decisione da direttore sportivo della Roma, mi sorprendo a interrogarmi su come avrebbe reagito Zamparini».

Cosa c’è da aspettarsi dal mercato della Roma e da quello del Palermo a gennaio?
«Non so cosa vorrà fare il Palermo, anche perché è una squadra difficile da migliorare. Per quanto riguarda la Roma, non faremo mercato (ride, ndr)».

Fuma sempre tutte quelle sigarette?
«No. Molte di più»

 

Il Giornale di Sicilia

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