Rosella Sensi: «Nominate Totti presidente»

Corriere dello Sport – Rosella Sensi è stata presidente della Roma dal 28 agosto 2008 fino all’arrivo degli americani. E’ stata molto vicina a Francesco Totti, con il quale aveva creato anche una società per un museo sulla Roma. Ieri la figlia del presidente del terzo scudetto della storia della Roma è stata molto critica sulla gestione dell’addio di Totti in un’intervista rilasciata a Rai Sport. «Sono letteralmente allibita. Una società come la Roma non può lasciare che questo simbolo che ha solo la Roma, che non ha nessun’altra squadra al mondo, possa essere trattato così. Credo che ciò che sta accadendo sia dovuto alla mancanza del suo presidente, che avrebbe dovuto accompagnare il suo capitano a gestire un po’ tutto quest’ultimo anno. Chiedo al presidente Pallotta di essere più presente. Se proprio non ce la fa, mi permetto una battuta: nomini proprio Totti presidente, a questo punto. L’ultimo atto, quello dell’annuncio di Monchi, è stato il momento apicale di come è stato gestito l’ultimo anno. Mi aspettavo maglie celebrative, eventi e invece ci troviamo a parlare di una gestione discutibile di Francesco. E’ stato sbagliato un po’ tutto. Nei confronti di quello che non è stato solo un grandissimo campione della Roma, ma è universalmente conosciuto in tutto il mondo».

LUCIANO, SBAGLI – Rosella Sensi è critica anche nei confronti di Spalletti, allenatore con il quale ha lavorato nella sua prima esperienza in giallorosso. L’ex presidente ha ricordato la provocazione pronunciata dall’allenatore a febbraio in merito alla conferma di Totti: «L’ho avuto come tecnico e conosco il suo carattere e le sue capacità professionali, ma aveva bisogno di qualcuno che a gennaio gli dicesse “non dica quelle cose”, che lo invitasse a non parlare di futuro a gennaio. Così ha messo in crisi una squadra. Ad oggi vedo una persona svuotata internamente. Se ha sofferto Totti? Secondo me non l’ha capito, poteva capirlo meglio, non doveva gestirlo così». La società continua ad aspettare Spalletti e l’addio al calcio di Totti è visto da qualcuno come una mossa per convincere Spalletti a restare. «Se fosse davvero così preferirei che non restasse nessuno dei due. Un grande allenatore deve saper gestire tutti, altrimenti non è un grande allenatore». La Sensi ha parlato anche del futuro di Totti: «Non so cosa farà, se onorerà i sei anni da dirigente. Con un campione come lui bisognerebbe parlare tutti i giorni. Io da presidente lo vedrei benissimo. Chi ha quel ruolo deve fare sentire la sua presenza a Roma, a Trigoria, durante le partite. Io sono stata sempre presente. Totti non è una presenza ingombrante, definirlo tale vorrebbe dire non saper gestire grandi campioni».

POCA EMPATIA – Rosella Sensi non va più all’Olimpico da quando la sua famiglia ha ceduto la società. Ma non ha conservato un buon ricordo di Spalletti, che con il padre già malato e con Bruno Conti e Pradè portò alla Roma nel 2005. In un’altra recente intervista aveva detto: «Lo considero un bravo allenatore, ma a livello caratteriale è troppo ermetico. Abbiamo lavorato insieme, l’ho stimato molto, ma non c’era tanta empatia, perché io sono più aperta caratterialmente, lui più chiuso e introverso».

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