Roma-Sampdoria 1-1, le pagelle: Mancini leader, Ibanez disconnesso

Pagine Romaniste (R. Gentili) – La squillante vittoria di Bergamo aveva già messo la stella sopra l’albero di Natale. Un albero che però si è tristemente ingrigito con il pareggio di oggi. La Roma chiude il 2021 – ed il girone d’andata – con un grande passo falso. La solita guastafeste Sampdoria strappa agli uomini di Mourinho un pareggio in una gara lenta e confusionaria. Basti pensare che il primo tiro giallorosso sia arrivato solamente nelle ultime battute del primo tempo, con una conclusione neanche più di tanto convincente di Mkhitaryan.

Per il gol si è quasi dovuto aspettare lo stesso tempo. La firma è di Shomurodov (72′), premiato al terzo tiro dopo due respinte della difesa blucerchiata. La squadra di D’Aversa è rimasta racchiusa nella propria metà campo, ma ciononostante è stata capace di pungere quando è scesa. Prima il palo di Candreva a due passi prima del vantaggio, poi la rete che annulla la rete giallorossa, che – tra l’altro –  porta la sigla di un ex genoano. Ne esce dunque un pari complessivamente giusto.

In una giornata di campionato dai risultati favorevoli, la Roma non fa lo scatto necessario. Il 2021 termina al sesto posto, a pari punti (32) con la Fiorentina, anche lei costretta al pareggio dal Verona (1-1, in rimonta). Il quarto posto – difeso dall’Atalanta, che ieri ha pareggiato con il Genoa – dista 6 lunghezze.

Guardando la gara dei singoli, non si può non indicare in Mancini il giocatore cui – forse anche giustamente, vista la fascia da capitano indossata – la Roma ha fatto più affidamento per tenersi a galla. Il difensore giallorosso – già ottimo protagonista contro l’ex Atalanta – è stato il centro della retroguardia, quasi isolato. I suoi due compagni non lo hanno accompagnato come al solito. Ibanez è incappato in una giornata storta, in cui ha sbagliato praticamente di tutto; Smalling ha alternato gravi errori (vedere quello sul palo di Candreva), ad interventi importanti. Uno su tutti: l’anticipo in tackle dai contorni gladiatori che ha accelerato la ripartenza e portato al vantaggio.

A centrocampo, invece, Veretout e Cristante hanno assicurato il solito ordine. Forse pure troppo. Da nessuno dei due è arrivata una giocata illuminante, fortemente necessaria in una partita così statica. Statico è stato anche Vina, mentre Karsdorp – quando è riuscito a liberarsi di Augello – si è portato in avanti assicurando una buona quantità di corner. Uno è finito sulla testa di Abraham. E lì è rimasto.

Riaccesosi nel finale, la spina generale era oramai staccata. Mkhitaryan si fa carico della gestione offensiva. Dell’armeno infatti il primo tiro, preceduto da una serie di giocare di alta scuola. Nella ripresa un leggero calo, poi il risveglio con l’assist per Zaniolo, perfettamente fermato dall’ottimo Falcone – fedele al suo cognome – in uscita bassa. Il numero 22 giallorosso, nel complesso della gara, è rimasto sulle basse frequenze. Abraham sciupa un’invitante occasione ad inizio gara, dopo accusa il colpo di Colley. E sciupa anche il perfetto assist di Karsdorp.

Dei subentrati è stato profittevole solo l’ingresso di Shomurodov. Male Felix, che si è divorato una grandissima occasione con Falcone a terra. El Shaarawy è ritornato nell’ovazione del pubblico, ma l’impatto è stato praticamente nullo.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 –  I sussulti doriani arrivano quasi alla fine del primo tempo e lui c’è sul tiro di Gabbiadini dalla distanza. Gira da una parte sul gol dello stesso attaccante, in cui respinge anche il tiro di Colley, con l’ausilio del palo.

Mancini 6,5 – Sconfitto in qualche uno contro uno, buoni gli anticipi. Preso sul tempo, alla mezz’ora viene ammonito. Secondo giallo dopo quello di Bergamo. A fine primo tempo vede il sentiero per Abraham: conquistato l’angolo, stacca di testa sullo stesso ma non colpisce bene poiché deve arretrare per farlo. Nella ripresa prende in mano la squadra curando per primo gli sprint offensivi e rimediando ad errori dei compagni di reparto.

Smalling 6 – Certamente l’attacco della Samp non è impegnativo come quello bergamasco. Chris è però sempre attento e respinge al mittente quasi tutti gli attacchi. Il solo sul quale è inspiegabilmente disattento è sul palo di Candreva. Recupera terreno con la scivolata su Gabbiadini con cui nasce il vantaggio. Ritrovato, anticipa anche Rui di testa cinque minuti dopo. Entra nel pareggio.

Ibanez 5 – Il difensore pensante, poi cade nel sonno. Risolve più di qualche situazione ragionando e controllando con il corpo, ad esempio su Caputo a fine primo tempo. Ottimo anche l’anticipo su Gabbiadini poco prima. Rimane negli spogliatoio e da pensante si trasforma in dormiente, commettendo molte leggerezze, soprattutto in uscita.

Karsdorp 6 – Più libero nelle scorribbande offensive, ne approfitta per servire una buona quantità di cross, che ogni tanto manca di qualità. Di certo non quello al 35’ per Abraham. Cinque minuti aveva fatto scorrere brividi ai tifosi con un rischioso controllo in area su traversone dall’altro lato. Chiamato da Candreva nella sua tana, Augello entra in casa nell’azione del palo di Candreva.

Veretout 6 – Riaccende il motore e va a mille. La punizione battuta ad inizio partita è quasi un tiro, non girato in rete dalla folta presenza giallorossa in area. Ribaltando il fronte, crea le principali azioni romaniste. Inganna poi i compagni con una finta di tiro: ci poteva stare la vera esecuzione data la posizione invitante. Capitolo impostazione: stesso discorso di Cristante. (Dal 67’ Shomurodov 6,5 – Segna. E fa segnare. Il blucerchiato fino a poco tempo rappresentava il nemico, se ne ricorda e lo castiga con caparbietà. Presente nell’azione del pareggio: Quagliarella rimette dentro con l’uzbeko davanti).

Cristante 6 – La gara è composta dal solito ordine, sempre ben accetto ma forse oggi monotono. Un po’ di disordine – quindi più inventiva, più coraggio – in una partita di un ritmo così basso deve esserci. L’angolo arriva anche per la sua troppa frenesia in area: scivola inutilmente, quando poteva rimanere in piedi ed aiutare l’uscita.

Mkhitaryan 6 – Divide con Mancini la palma di migliore in campo. Guida ogni singola azione colorandola con la consueta eleganza ed intelligenza. Regala così giocate di livello, come la girata no look per Vina dopo appena cinque minuti. Ci mette poi anche voglia ed il primo tiro nella porta di Falcone – arrivato solo al 41’ – è suo. È l’unico a seguire la finta di Veretout: mette dentro il cross, che si perde a metà tra Zaniolo ed Abraham. Si perde anche lui nella ripresa, pur facendosi zoppicando leggermente nella continuità.

Vina 6 – Subisce una busta ad inizio gara, la cancella con un tiro alto. A Bergamo aveva evidenziato migliorie difensive, oggi non le conferma. (Dal 67’ El Shaarawy 5,5 – Rientra dopo l’infortunio e trova la Samp, vecchio nemico. Una folata appena mette piede in campo, dopo errori).

Zaniolo 6 – Impegnato per gran parte della partita in battaglie personali – e non solo – per cercare fallo, perde lucidità quando serve la sua fantasia. Si accende con due tiri, ma niente di che. È qualcosa di utile, invece, il tocco per Shomurodov sul vantaggio. Ci riprova imbeccato da Micki, l’ottimo Falcone si avventa sul pallone in uscita bassa.

Abraham 6 – Subito un tiro ad incrociare, poi il fallo di Colley segnerà il resto della gara. Regala comunque giocate di alta fattura, lo fa anche nell’azione del cross di Karsdorp, sciupato per poca coordinazione. (Dal 47’ Felix 5 – Entra solo con le liguri. Con il Genoa ha trovato la gioia, contro lo Spezia l’espulsione ed oggi un po’ di buio. L’impegno non manca, non c’è però la giusta freddezza sulla respinta di Falcone: il tiro è praticamente addosso al portiere blucerchiato, già a terra).

Mourinho 5 – Il primo Natale giallorosso avrà un forte retrogusto amaro. Con l’Atalanta la vittoria è stata costruita facendo affidamento alle ripartenze, terreno a lui più congeniale. Oggi la gara imponeva di prendere più in mano l’iniziativa, compito a cui lui e quindi la squadra sono sfuggiti. Il disegno della manovra è stato uno schizzo troppo approssimativo, rappresentante delle poche idee che circolano nella testa dei giocatori. Il pareggio – disprezzato, anche giustamente, nel post – alla fine della fiera è giusto. Una caduta che poteva essere evitate visto la frenata dell’Atalanta. Quantomeno, però, il quarto posto non si è allontanato ulteriormente. Al rientro ci sarà il Milan, poi la Juve. Lì si vedrà la pasta di cui è fatta la sua Roma.

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