Pagine Romaniste (R. Gentili) – Roma da impazzire. E da apprezzare, perché mai doma. I giallorossi di Mourinho, guidati da Bruno Conti e Stefano Repetti, evitano lo psicodramma. Due marcatori per quattro gol. Contro la Salernitana la Roma impatta 2-2.

Ad accogliere il ritorno della Roma all’Olimpico c’è l’ennesimo sold out. L’avvio sembra presagire una prima tranquilla. E, storia docet, è invece l’opposto. Subito in possesso, la Roma detta il gioco. In 20 minuti va in gol due volte, sempre con Belotti. La prima, però, è annullata per la posizione oltre la linea del piede del Gallo, apparso in trepidante attesa di rivalsa.

Il copione, a questo punto, prevederebbe di coltivare il vantaggio per incrementarlo. Ed invece ecco l’inizio del calvario. Dopo aver sfiorato il raddoppio da angolo con Smalling e Mancini – torre dell’inglese, carambola non fortunata del capitano odierno che non può indirizzare palla – i granata di Sousa pareggiano. E protagonisti sono proprio i due centrali. Mancini si avventura in marcatura su Coulibaly, lesto a fare da sponda per premiare l’inserimento di Candreva: l’ex Lazio, sempre in forma quando c’è da affrontare la Roma, sfugge al fin qui perfetto Cristante, punta lo scomposto Smalling e batte Rui Patricio. 

Nemmeno in tempo di sistemarsi per la ripresa, che ecco l’accrescere del dramma. Che segue l’onda del pareggio: Cristante chiude troppo al centro, dimenticandosi di Candreva, largo quanto basta per essere solo sulla destra. L’esterno controlla e calcia, battendo un ritardatario – vedere i troppi saltelli – Rui Patricio.

Si tenta il tutto per tutto: girandola di cambi, tra cui anche i neo arrivati Paredes e Sanches. La musica cambia. Di tanto. La manovra si gonfia, anche grazia alla spinta degli innesti di Karsdorp, al posto di uno spento Kristensen, e Zalewski. Spingendo, la Roma impensierisce Ochoa, tremante quando El Shaarawy colpisce il palo su perfetto assist di Sanches.

Il gol, però, è nell’aria. E non può che arrivare da angolo. Paredes pesca Belotti: girata di testa – anzi, di cresta – e pareggio. Che sarebbe potuto diventare vantaggio se solo Sanches fosse stato più cinico sull’ultima occasione. Un punto, comunque, è stato guadagnato. Sabato prossimo (20:45) la trasferta in casa del Verona.

LE PAGELLE

Rui Patricio 5,5 – Due tiri di Candreva, due gol. La saetta ravvicinata era imparabile, qualcosa di meglio sul raddoppio si sarebbe potuto fare, se solo fosse partito in tempo.

Mancini 4,5 – Trova davanti a sé un nuovo capo stazione del binario di destra, percorso però a rilento. In un minuto fa andata e ritorno tra paradiso e purgatorio: sfiora il gol su angolo, ma la deviazione di Ochoa del tiro di Smalling gli carambola sul ginocchio senza che ad un metro dalla porta possa indirizzarla. Male, invece, è come indirizza l’avventata uscita su Coulibaly, il cui movimento ad esca permette l’inserimento di Candreva per il pari.

Smalling 4,5 – Impreparato nella sola occasione che è chiamato a fronteggiare. Puntato da Candreva, è inerme, e mal posizionato, quando lo supera e ripristina l’equilibrio: prova a portarlo a destra,  gli prende spazio sul lato sinistro. (Dal 65’ Paredes 6,5 – De vuelta con l’assist del pari)

Llorente 6,5 – Aveva giocato la ripresa dell’ultima partita con lo Spezia, è tornato a Leeds per poi rientrare a Trigoria e partire titolare nell’esordio stagionale, complice anche la non condizione dell’altro (neo) arrivo N’Dicka. Del blocco difensivo è il più brillante: all’assist per il gol di Belotti, prima e dopo aggiunge tanta sostanza, incentivata dall’ottimo senso di posizione e dalla capacità di lettura.

Kristensen 5,5 – Le nuove rotaie installate a destra stentano ad essere fluide. Confuso quando c’è da appoggiare, offuscato sui movimenti che scompigliano la meccanica difensiva. (Dal 65’ Karsdorp 6 – Staffetta tra biondi terzini, spinge di più. Prova il tutto per tutto tenendo in campo quel pallone sprecato da Sanches nel finale).

Aouar 6,5 – Nell’afa dell’Olimpico, si innalza un vento frizzantino alimentato dalla Pepita. Al debutto da titolare nel 2023, ovatta la manovra dando qua e là scosse elettriche e di qualità, non sempre visibile nei numerosi angoli di cui si è fatto carico.   

Cristante 4,5 – Passa e fa ordine. Poi si disperde all’inseguimento di Candreva. Dalla pila delle azioni interrotte gli sfugge l’inserimento del granata, furbo nell’imbucarlo alle spalle sul pari e lasciato libero di controllare quando firma il raddoppio.

Bove 5,5 – Contrasti qua e là, senza qualità. (Dal 64’ Sanches 6,5 – Debutta, sfoderando diversi colpi che ne fanno apprezzare la tecnica e l’eleganza. Ed imprecisione, davanti alla porta agli sgoccioli).

Spinazzola 5,5 – “Sempre qui”. Leo (ri)parte, per scacciare le malevoli critiche. Scorrazza sulla sinistra, tenuta pulita ed alimentata con le accelerate che rimandano alla miglior versione. Non tutti i dribbling riescono col buco. In riserva al rientro dagli spogliatoi. (Dal 64’ Zalewski 6,5 – Aggiunge precisione).

El Shaarawy 6,5 – Si fa apprezzare per la vivace presenza. Dietro per aiutare a chiudere i cancelli, riaperti con i contropiedi di cui è protagonista. Si rintana man mano, poi riappare sul finale quando colpisce l’incrocio.

Belotti 8 – Il Gallo canta. Finalmente. Pinto cerca un centravanti nel rush finale di mercato, lui suona la campana che porta il primo puto della stagione. Con il check del Var abbassa la cresta, alzata subito con un gol da bomber di razza. La stessa che mette pochi minuti dopo. Anzi, di più: chiama il lancio di Llorente, prende posizione con la forza, di volontà, e batte, questa volta regolarmente, Ochoa. La cresta resta alta, così da essere utile per incornare il corner e firmare il pari

Conti (Mourinho squalificato) 6 – Mou, come Pellegrini e Dybala, non c’è ma Bruno sì. Marazico torna in panchina dopo 18 anni, numero non casuale per un esperto di giovani. La prima mezz’ora è ricca di entusiasmo, vacillato dopo il pareggio di Candreva che firma anche la condanna alla sconfitta. Prova come può a rimediare. E ci riesce.