Roma, puntata finale. Spese e ingaggi da grande: a Budapest si gioca tutto

La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – O tutto o niente. Quasi come una partita di texas holdem, pronti a fare all-in sulla finale di Budapest. Vincendo l’Europa League la Roma sarebbe in paradiso, perdendo la finale del 31 maggio rischierebbe invece di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. O tutto o niente, appunto, considerando anche che un eventuale successo a Budapest permetterebbe alla Roma di centrare il suo traguardo stagionale e cioè il ritorno in Champions League.

È evidente come Mourinho abbia lasciato il segno soprattutto in Europa, dove in due anni è riuscito a portare la Roma entrambe le volte in finale (vincendo nella scorsa stagione la Conference League e andando ora a caccia di uno storico bis).

Il rendimento, invece, è molto diverso in campionato, dove la Roma lo scorso anno ha chiuso al sesto posto e dove rischia di ripetersi anche in questa stagione (e senza il -10 alla Juventus sarebbe addirittura settima). Insomma, un cammino deludente per una squadra che ha il terzo monte-ingaggi della Serie A (89 milioni lordi, di più spendono solo la Juventus con 156 e l’Inter con 132). Mou anche lunedì sera ha rimarcato come “con un mercato da 7 milioni di euro sarebbe stato un miracolo andare in Champions“.

Detto che sono 9 e non 7 (quelli per l’acquisto di Celik, a cui aggiungere i due prestiti: 1,5 per Camara e 500mila euro per Llorente), il posto su cui aveva messo gli occhi il club è quello che invece andrà alla Lazio.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti