Roma, notte Champions

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Il Tempo (E.Menghi) – La Roma scrive il suo destino in una notte: dentro o fuori dalla Champions, ultimo obiettivo a cui si è aggrappata con le unghie nel finale della passata stagione e primo di questo nuovo anno. Basterebbe uno 0-0 per mandare a casa il Porto dopo l’1-1 dell’andata, ma oltre a cercare la qualificazione ai gironi (l’incasso è di 25 milioni minimo) c’è una mentalità da creare per diventare grandi: «Non bisogna fare troppi calcoli, anche se dobbiamo tener conto del risultato acquisito. Dobbiamo entrare dentro la partita – è l’imperativo di Spalletti e fare la nostra parte, cioè vincere le sfide difficili. Saremo a casa nostra e dovremo fare i padroni. Chi ha paura di giocare una gara desiderata per otto mesi non può stare nella Roma. Non ci affideremo al destino, perché siamo noi a determinarlo». La qualità c’è, va tirata fuori e distribuita per l’intera durata del match, unire il primo tempo di Oporto con il secondo contro l’Udinese: «Possiamo fare di più, la palla non scorre bene come dovrebbe. Lo facciamo a fasi alterne, è chiaro che dobbiamo trovare un equilibrio e livellarlo verso l’alto. Dobbiamo gestire meglio il pallone, migliorarci sotto l’aspetto della velocità e della qualità. Non siamo stati bravi all’andata sotto l’aspetto della gestione, dell’esperienza che abbiamo e del vantaggio che avevamo nella partita e nella ripresa abbiamo abbassato la nostra qualità. Mi aspetto di vedere le cose buone anche nei momenti di difficoltà». Una delle formazioni più forti allenata in carriera, come ha rivelato il tecnico a Pallotta: «Ci sentiamo sempre, è molto attivo col telefono. Manda messaggi anche a voi giornalisti. Il presidente è felice di questa situazione e non vede l’ora di andarsela a giocare. È l’ambizione di tutti, non è la partita che aspetta noi, siamo noi che andiamo ad incontrare lei. L’abbiamo desiderata per otto mesi, è lei che dall’anno scorso è tutto per noi e ci può dare le chiavi per salire sul palcoscenico più prezioso d’Europa. Siamo pronti».

È della stessa idea Nuno Espirito Santo, che non dà affatto per spacciato il suo Porto: «Abbiamo dimostrato di non arrenderci. Dobbiamo essere più concreti, meritavamo un altro risultato ma comunque l’1-1 ci tiene vivi. Sappiamo che non sarà facile, ma siamo preparati alle difficoltà e vogliamo qualificarci. Ogni minuto può essere decisivo». Non ci sarà il pienone, anzi: 33 mila spettatori previsti, poco più di quelli che hanno assistito a Roma-Udinese. Strootman ha provato a fare un appello ai tifosi, ma sembra caduto nel vuoto: «Sarebbe come giocare in dodici, il che renderebbe le cose più facili per noi. Vogliamo vincere, non pensiamo a difenderci. Io mi sento bene, ma non so se giocherò». La certezza gliel’ha data Spalletti in sala stampa: «Ho in mente di fargli giocare 30 partite di fila». Un modo per dirgli quanto è imprescindibile. Accanto all’olandese torna De Rossi e sarà confermato Nainggolan, davanti si rivede Perotti con Dzeko e Salah. In difesa la coperta è corta: senza Vermaelen squalificato, sarà Juan Jesus (favorito su Fazio) a fare il centrale accanto al recuperato Manolas (ok anche Paredes, che parte dalla panchina), corsie affidate a Bruno Peres ed Emerson Palmieri. Tra i pali stavolta è Alisson in vantaggio su Szczesny. Il brasiliano, inoltre, è stato convocato dalla sua nazionale per le partite di qualificazione mondiale in programma l’1 e il 6 settembre .

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