La Gazzetta dello Sport (F. Capello) – Orgoglio e prestigio per il calcio italiano. Nel giovedì di coppa, in cui si disputano le gare di andata delle semifinali, Roma e Atalanta in Europa League e Fiorentina in Conference si giocano una buona fetta di possibilità di portare tre squadre in finale, come l’anno scorso. Al netto del risultato di queste prime sfide, prima di tutto c’è la soddisfazione di essere – con la Germania – la nazione che ha portato più squadre al penultimo atto, Champions compresa: la Francia ci sta dietro con due, la tanto celebrata Inghilterra ne ha soltanto una, come la Spagna. Il nostro calcio sta tornando a livelli interessanti come nel periodo tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta in cui la facevamo da padroni.

Quelle di giovedì sono sfide molto interessanti. De Rossi ha parlato di un Leverkusen “imbattuto ma non imbattibile”. Quando sento un allenatore parlare così sono solo contento. Ha la consapevolezza che la sua Roma può regalare grandi soddisfazioni. Domenica contro il Napoli ha sofferto, è stata graziata ma questa squadra ha un jolly importante, i calci d’angolo che fruttano gol come il pareggio al Maradona e nei quarti di Europa League contro il Milan.
Non è affatto un caso: c’è studio, preparazione, voglia di rischiare. Rispetto a Napoli la Roma ritrova la spina dorsale titolare: Smalling, Paredes e Lukaku. De Rossi ha portato un’importante novità rispetto a Mourinho: la collaborazione fra i giocatori stessi e lo staff. La Roma va in campo con la voglia di dimostrare di essere una squadra unita, Daniele è uno che studia l’avversario come si è visto contro il Milan. Di sicuro farà lo stesso con questi tedeschi “imbattibili”.