Roma, Mourinho fa la conta: “Mancini a centrocampo? Non lo escludo”

Corriere della Sera (G. Piacentini) –Sarà una partita difficile, contro una squadra che difende benissimo. Il Torino non concede molti gol o occasioni, per questo avremo bisogno di tutta la qualità offensiva per segnare“.

José Mourinho non si fida dei granata (olimpico, ore 18), soprattutto perché la Roma sta meglio rispetto ad una settimana fa ma non è ancora guarita del tutto: ha recuperato Smalling e Vina, ma non avrà lo squalificato Veretout, oltre a Cristante e a Villar ancora alle prese con il Covid.

Lo Special One dovrà metterci un altro bel po’ di fantasia, e soprattutto chiedere ulteriore sacrificio tattico ai suoi uomini. Il portoghese non svela il modulo con cui la squadra scenderà in campo. “Non voglio dirlo, la situazione è migliorata perché rispetto a prima abbiamo la possibilità di giocare a 4 o a 5 mentre prima avevamo solo un’opzione, ma con Cristante e Villar positivi e la squalifica di Veretout il problema si è spostato a centrocampo“.

Se sarà confermata la difesa a tre, in mezzo al campo oltre a Pellegrini e Mkhitaryan, potrebbe toccare a Carles Perez come contro lo Zorya oppure, un po’ a sorpresa, a Gianluca Mancini che già con Fonseca ha ricoperto quel ruolo.

 

Può giocare a centrocampo, soprattutto perché in questo momento abbiamo i quattro centrali difensivi a disposizione. Se toccherà a qualcuno di loro fare questo sacrificio, lo faranno. Ibanez ha già giocato terzino sinistro, Mancini può avanzare a centrocampo. Ci sono cose impossibili da fare come mettere Zaniolo terzino o Vina attaccante, ma ci sono giocatori come Mancini, Mkhitaryan e Ibanez che sono multifunzionali, ed è importante avere giocatori di questo tipo in organico“.

La Roma proverà a sfruttare il fattore Olimpico, che sarà ancora una volta praticamente esaurito. “Conoscevo la passione dei romanisti, tutto questo amore per la squadra del cuore me lo aspettavo e l’ho sentito dal primo giorno. In questo momento sento un piacere molto grande, c’è un’evoluzione positiva: abbiamo vinto e perso, abbiamo giocato bene e così così, ma i tifosi vanno allo stadio anche in una competizione come la Conference League e hanno sempre una squadra che gioca per se stessa e per loro. Questo al tifoso fa sentire connessione, empatia, e per noi non è più facile giocare ma più bello. Non c’è mai stata una partita in cui ci siamo arresi prima della fine. Quando perdevamo con Milan e Venezia, ma anche quando stavamo pareggiando con Napoli e Genoa“.

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