Roma, l’erede di Salah può essere lui: Thauvin

Corriere dello Sport (M.Filacchione) – L o dicono anche in Francia: se la Roma cerca un erede di Salah, Florian Thauvin è l’uomo giusto. Mancino abituato a giocare a destra, veloce, abile nell’uno contro uno, tiratore temibile. Meno punta dell’egiziano, ma più potente e spavaldo. Il suo ultimo campionato con il Marsiglia ha convinto tutti, sia in campo (38 partite, 15 reti e nove assist) che fuori. Il carattere era il suo punto dolente: nel 2013 prima accettò il trasferimento dal Bastia al Lilla, allettato dalla possibilità di lavorare con Rudi Garcia. Poi, visto che il tecnico si era trasferito a Roma, mise in scena un personalissimo sciopero. Il Lilla, dopo averlo multato di 1500 euro per ogni seduta di allenamento saltata, credette opportuno venderlo per 15 milioni al Marsiglia, garantendosi una sontuosa plusvalenza rispetto ai 3 milioni e mezzo versati al Bastia. A Marsiglia, alle dipendenze di Bielsa, è cresciuto fino a stimolare l’attenzione del Newcastle, che nel 2015 lo ha preso per 14 milioni.

E lì un altra grana, perché dopo sei mesi opachi, il ragazzo ha di nuovo puntato i piedi, chiedendo e ottenendo di ritornare in prestito alla base marsigliese, dove ha ripreso immediatamente quota. Il resto è storia recente: nell’ottobre scorso proprio Garcia (guarda la combinazione) è divenuto tecnico del Marsiglia, e Thauvin ha dato vita alla migliore stagione della sua carriera. A fine stagione, il Marsiglia lo ha riscattato dal Newcastle per undici milioni. E i capricci? Spariti, ed è questo che colpisce la stampa francese. Una certa impressione hanno fatto le sue dichiarazioni dopo il recente debutto in nazionale. In una spedizione di tre partite, ha giocato solo dieci minuti in amichevole contro il Paraguay. Lungi dal recriminare, ha reagito come se fosse stato toccato dalla grazia.

In passato definito ambizioso e arrogante, ha vestito il saio, ringraziando della grande esperienza vissuta. Strategia probabilmente suggerita da un sapiente entourage, capeggiato dal manager italiano Fabrizio Ferrari. Ha solo 24 anni e margini di miglioramento inesplorati. La sua posizione preferita è il versante destro dell’attacco, ma ha giocato spesso anche a sinistra, dove cerca più il fondo che la conclusione. Se fuori dal campo ha imparato a misurare le parole, nel rettangolo verde non rinuncia a una buona dose di spavalderia, palpabile nella ricerca dell’uno contro uno. Nell’unica esperienza all’estero non ha brillato ma, come giurano in Francia, era un altro Thauvin.

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