Roma, la colpa è di tutti

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Repubblica.it (Massimo Mauro) – Dopo la sconfitta della Roma con l’Atalanta è lecito porsi parecchi interrogativi. Con un potenziale del genere è infatti un mistero sul perché questa squadra non riesca a ottenere risultati. La prima cosa che viene da pensare è che non ci sia un buon feeling tra allenatore e giocatori. Poi però c’è la straordinaria difesa del tecnico da parte del direttore sportivo Sabatini, che a dire il vero così assolve anche il suo operato. Qualcosa che non va però ci deve essere per forza: il 99,99% dei commentatori (quindi non una percentuale esigua), io per primo, abbiamo detto ad inizio stagione che la Roma ha la rosa migliore. Non vorrei che Garcia si intestardisse come Benitez nei suoi due anni a Napoli: insistere sempre con le solite cose senza provare a trovare delle soluzioni alternative. Ad esempio: Dzeko potrebbe giocare affiancato da un’altra punta, oppure si potrebbe provare a mettergli accanto due mezze punte come Pjanic e Nainggolan. Ricapitolando: difesa a 4, più 3 centrocampisti, con Pjanic e Nainggolan a sostegno di Dzeko. Il 4-3-3 attualmente proposto da Garcia non funziona: ad esempio Iturbe, ha avuto le sue occasioni e le ha fallite. Quindi basta, bisogna cambiare.

Garcia deve assumersi le proprie responsabilità. L’allenatore ha il dovere di tirare fuori dai giocatori il 110% da qui alla fine del campionato: se pensa di poterlo fare bene, altrimenti sarebbe corretto dare le dimissioni. E’ infatti troppo comodo annunciare la riscossa per il prossimo turno. Detta così sembra una accusa solo a Garcia, ma allargo l’orizzonte. Mi sembra che nel gruppo dei giocatori della Roma non ci sono i valori necessari, e questo a prescindere dall’allenatore. La Juve con Conte ha vinto tanto, ma una volta andato via lui ha continuato a farlo anche con Allegri. Perché a Pirlo, Buffon e Tevez nessuno può e deve insegnare come vincere. La Roma giocatori di questo tipo ha mostrato di averli a sprazzi, ma poi sono spariti. Nainggolan e De Rossi fanno fatica a farlo, Garcia deve essere bravo a tirarglielo fuori. Insomma, il problema è complessivo, e nell’affermarlo mi viene in mente un’altra cosa. Il nostro calcio è fatto di riti: non fini a se stessi, ma importanti. Un presidente assente come Pallotta mi lascia perplesso, è il classico punto di riferimento che manca.

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