Quello che ha detto la partita che non aveva nulla da dire: Roma-Juventus

Roma_Juventus

L’amichevole di lusso tra le due star del campionato Roma e Juventus, a giochi ormai fatti, sembrava predestinata allo zero a zero, e invece allo scadere del quarto minuto di recupero, Osvaldo, proprio lui, rifila la prima sconfitta casalinga alla formazione di Garcia. Questo il verdetto del campo, con gli uomini di Conte che battono un altro record e inseguono gli oltre cento punti in classifica, ma le notizia importanti arrivano anche fuori dal terreno di gioco, prima su tutte quella del tanto atteso rinnovo di Miralem Pjanic, resa nota con un comunicato ufficiale della Roma poco prima dell’inizio della sfida: un contratto quadriennale con scadenza nel 2018, operazione laboriosa per ammissione dello stesso Sabatini, che definisce il trovato accordo con il bosniaco una delle priorità della società, resa possibile anche e soprattutto dalla visita nella Capitale del presidente Pallotta. Il ds definisce Pjanic un simbolo per la continuità voluta dagli americani, concetto ribadito oggi dal Capitano Francesco Totti, ospite agli Internazionali di tennis al Foro Italico.

Incalzato invece sull’altro quesito da sciogliere, ovvero il rinnovo di Rudi Garcia, Sabatini appare più rilassato: “Sentiremo cosa vuole il mister e decideremo insieme, si è inserito nella squadra e nell’ambiente in maniera esemplare, la cosa non mi stressa”.

Poi quegli striscioni che riprendono i fatti della finale di Coppa Italia, esposti sia in curva sud sia in curva nord, e ancora i cori di discriminazione territoriale che costeranno cari alla Roma, sia in termini di sanzioni sia in termini di benzina buttata sul fuoco in un clima già teso…

La partita che non aveva nulla da dire ha invece detto una cosa importante: la Procura federale della Figc ha richiesto l’ammissibilità della prova tv per la gomitata di Chiellini a Pjanic, non vista dall’arbitro Russo, sembrerebbe quindi entrata davvero in vigore la Legge Destro, anche se l’ultima parola spetta adesso chiaramente al giudice sportivo.

Umberto Ruggeri

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