Roma, il solito finale amaro

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La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – E ora vai a capire se sarà più importante fare risultato mercoledì contro il Bate Borisov o domenica contro il Napoli. Di certo, saranno i cinque giorni chiave per il futuro della Roma. Cinque giorni che possono rialzare la squadra o affossarla definitivamente. Cinque giorni in cui in tanti si giocheranno anche il proprio futuro, a breve o lungo termine. «Di certo ora come ora è più importante il Bate, perché vincere all’Olimpico e passare il turno ci darebbe autostima e la carica giusta per andare a Napoli e poter fare bene», dice alla fine Radja Nainggolan. Anche ieri lui ha lottato e combattuto, forse anche troppo visto che è andato ad un soffio da quel rosso (graziato da Damato) che l’avrebbe messo fuori causa proprio per la sfida di Napoli. Altri, invece, hanno tolto il piede dall’acceleratore e se c’è un problema reale in questa Roma è proprio l’assenza di una scossa nervosa, di una fibrillazione che possa far ripartire il cuore. E le gambe.

TIFOSI CONTRO L’ARBITRO – Servirà personalità, dunque, a Napoli. E da questo punto di vista è andata bene, perché Damato (contestato sull’aereo di ritorno da un gruppo di tifosi giallorossi per il rigore finale) non ha sanzionato con il secondo giallo quell’entrata di Nainggolan su Baselli. Anche se poi Radja preferisce concentrarsi su altro: «Se l’arbitro non dava quel rigore avremmo vinto, quello è un episodio che fa la differenza. In tal senso è una delusione doppia, anche se non è certo stata la nostra migliore partita. Cosa non funziona? Io non faccio l’allenatore, ma sappiamo che Garcia ci chiede di aggredire subito e di attaccare, perché una squadra come la nostra deve fare questo. Dobbiamo continuare a volere questa vittoria, arriverà presto». La speranza è che succeda già mercoledì prossimo, in Champions, perché poi quella non è solo una vittoria che vale milioni di euro, ma anche un successo che può regalare milioni di motivazioni. «È un risultato che non deve sfuggirci, dobbiamo dimostrare a tutti che siamo forti. Paura? Non credo che questa squadra soffra inconsciamente di questo. Il problema è che quando i risultati non arrivano è difficile reagire. Ci mancano quelli. E questo fa la differenza. Soprattutto in un momento come quello attuale: difficile, con tante critiche e un po’ di rabbia dentro».

RABBIA SPOGLIATOIO – E allora, detto che i giocatori nello spogliatoio erano arrabbiati per il rigore finale, si spera che il Bate possa essere la partita della rinascita. O quantomeno quella capace di arginare l’emorragia. Anche per questo è arrivato Pallotta, per sistemare alcune cose che sa non funzionare alla perfezione nel club. Ci lavorerà su da oggi insieme agli altri dirigenti. Ieri Zanzi era a Torino (accompagnato da Charlotte, la nuova fidanzata), Baldissoni è pronto a confrontarsi con il presidente per cercare di migliorare un po’ tutto. «Pallotta viene per una revisione completa dell’attività della Roma dentro e fuori il campo, come del resto fa sempre», ha detto il d.g. giallorosso. Dentro il campo, però, ci dovrà pensare anche Garcia. Con quello di ieri sono 9 i gol presi dalla Roma dopo l’80’. Evidentemente, si può lavorare anche sulla concentrazione. A partire proprio da mercoledì, contro il Bate Borisov.

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