Roma, i preparatori atletici: “Abbiamo un gruppo dedito al lavoro, estremamente professionale, siamo contenti di come si sono presentati”

Nicandro Vizoco e Maurizio Fanchini, preparatori atletici della Roma, questo pomeriggio hanno rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Roma Radio. Queste le loro parole:

A Fanchini: Visto che sei un nuovo innesto come ti vuoi presentare?
Ho iniziato la carriera come preparatore atletico nel calcio, come molti fanno, in delle categorie differenti. Ho lavorato in Serie C per parecchi anni, ho avuto pure l’opportunità di lavorare all’Inter per 6 anni. E poi ho trovato il gruppo del mister a Sassuolo tre anni fa e ho trascorso con loro due anni. E quest’anno l’ho raggiunti qua (ride, ndr).

A Vizoco: Alcuni anni fa si vedevano i giocatori correre nei boschi. Che cosa è cambiato?
Non ci sono più i boschi (ride, ndr). Sono cambiate le valutazioni in merito alla preparazione. C’è stata un’evoluzione. Ci sono delle dinamiche completamente diverse, ci sono dei tempi completamente diversi che magari non consentono più di avere un arco temporale molto lungo per poter impostare una tipologia di lavoro diversa che consentiva delle corse più lunghe in dei percorsi come i boschi. C’è stata un’evoluzione dell’allenamento, c’è una spinta diversa che ti porta più al lavoro sul campo piuttosto che al lavoro a secco. Non perché quelli fossero sbagliati ma perché effettivamente sono cambiate le necessità e le tempistiche. Basta anche pensare al fatto che si gioca immediatamente dopo a quando ci si ritrova. La possibilità di fare determinati lavori in questo momento viene meno.

A Fanchini: Quanto è importante il recupero durante le vacanze? Troppe vacanze fanno male ai calciatori?
Dipende dal livello a cui siamo, un giocatore di alto livello che gioca tantissimo ha bisogno di recuperare sia dal punto di vista e soprattuto dal punto di vista psicologico-mentale, quindi lasciare un attimo la routine della tensione nella preparazione alla partita per riuscire a cambiare un attimo. Dal punto di vista fisico le vacanze troppo lunghe possono essere un “piccolo problema”, ma ormai come si fa qua e in molti club si tende a lasciare dei compiti ai ragazzi, quindi due settimane, il tempo in cui si riposano quasi completamente. Mentalmente restano abbastanza leggeri ma fisicamente iniziano già a prepararsi per arrivare pronti per il ritiro.

A Fanchini: Serve anche un lavoro sulla testa?
E’ un compito che durante la stagione è portato sicuramente avanti da tutti noi e principalmente dall’allenatore, quindi dal lavoro quotidiano coi giocatori e il dialogo.

A Vizoco: Serve anche un lavoro sulla testa?
I compiti a casa qualcuno non li svolge, tipo Juan Jesu (ride, ndr). Però siamo fortunati perché abbiamo un gruppo dedito al lavoro, estremamente professionale, siamo contenti di come siamo partiti e di come si sono presentati.

A Vizoco: La palestra è sempre più presente nella preparazione…
E’ cambiata l’attenzione nel riguardo del giocatore a 360 gradi su quella che è la preparazione fisica. Nel senso che c’è più attenzione sul singolo esercizio, è una preparazione molto più globale. E all’interno di questa globalità, di questa attenzione sull’aspetto fisico la presenza di determinati lavori in palestra aiuta al benessere dei calciatori. Sono spesso i giocatori stessi a cercare all’interno della palestra tutta una serie di indicazioni che possano dar loro dei benefici.

A Fanchini: I calciatori si informano molto…
L’atleta di alto livello è un atleta che vuole sapere il risultato di quello che fa e di questo siamo contentissimi. Prendere coscienza di quello che stai facendo di aiuta a rendere di più, a concentrarti meglio quando lavori. Questa cosa è presente.

A Fanchini: Quanto è differente il lavoro del ritiro da quello della stagione?
Cambiano delle cose perché abbiamo sicuramente più tempo a disposizione. I giocatori riescono a lavorare sicuramente di più su alcuni aspetti nella parte tecnico-tattica, ma anche dal punto di vista fisico. Quando inizieranno le tre competizioni sarà molto più difficile riuscire a portare avanti una linea di questo tipo. Per questo motivo siamo fortunati, riuscire a stare qua e avere questa struttura, portare le nostre idee coi giocatori è molto importante.

A Vizoco: C’è una differenziazione tra le parti?
Sì, c’è un’attenzione al cosiddetto carico di lavoro per reparti. Perché sono diverse le esigenze e le richieste del mister nella specificità del ruolo, attraverso soprattutto il gioco del mister c’è un dispendio energetico negli esterni d’attacco e di difesa estremamente notevole. Non perché i difensori non siano impegnati dal punto di vista fisico in maniera considerevole, ma sicuramente le distanze percorse e le velocità con cui vengono percorse per alcuni giocatori sono diverse rispetto ad altri. E in questo senso gli allenamenti del mister sono improntati a far sì che alcuni ruoli siano più impegnati e più sovraccaricati di lavoro in modo tale che durante la partita riescano ad essere performanti secondo quelle che sono le esigenze tattiche del mister.

A Vizoco: C’è un piano di lavoro per giocatori?
Un po’ viene in maniera naturale per quello che è il modo di giocare del mister, anche durante gli allenamenti alcuni ruoli sono sicuramente più impegnati di altri. Si cerca di compensare con i cosiddetti lavori a secco magari delle carenze che emergono in allenamento e rilevate tramite alcuni strumenti come la frequenza cardiaca e monitoraggi soggettivi per cercare di portare tutti a un livello di condizione elevato. E’ chiaro che durante la partita ci sono dei ruoli con maggiore dispendio per richiesta del mister.

A Fanchini: Quanto conta avere un gruppo già formato? Chi arriva una settimana prima dell’inizio della stagione come si mette in paro coi compagni?
E’ difficile, succede frequentemente. Si cerca di capire il più possibile quanto è stato fatto precedentemente, per prima cosa si raccolgono informazioni da colleghi e dallo stesso giocatore, e piano piano si cerca di portarlo il più possibile al livello degli altri. E’ un lavoro abbastanza certosino. Il voler accelerare dei tempi è la cosa più pericolosa perché alza notevolmente il rischio di un infortunio.

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