Gazzetta dello Sport – Pensiamo a due espressioni classiche: “ciliegina sulla torta” oppure “foglia di fico”. Che cosa hanno in comune? Il sottinteso giudizio di valore relativo a un determinato evento. In questo senso, la Roma potrebbe esserne un paradigma, se pensiamo a Romelu Lukaku.

Ecco, l’attaccante belga è la ciliegina sulla torta del mercato giallorosso oppure la foglia di fico del mercato? Prima dell’arrivo di Big Rom, la presa di posizione di Mourinho è stata netta: «La squadra può lottare dal 5° all’8° posto». Poi è arrivato Lukaku e il general manager Tiago Pinto è stato chiaro: “L’obiettivo del club è la qualificazione alla Champions”.

Difficile però che il belga, nonostante i 66 minuti giocati ieri con la sua nazionale abbiano evidenziato progressi, possa essere un “one man show”, perciò c’è curiosità (e anche un filo di apprensione) per scoprire quali dei “magnifici otto” arrivati in prima squadra possano davvero contribuire alla rincorsa. Detto che le impressioni dopo appena 180 minuti possono rivelarsi fallaci, la sensazione è che Evan Ndicka, Diego Llorente, Rasmus Kristensen, Renato Sanches, Leandro Paredes e Sardar Azmoun destino perplessità, con l’unica eccezione rappresentata da Houssem Aouar, che pure ha i suoi problemi.

Ricordando che, degli 8 volti nuovi, l’unico acquisto è stato solo quello di Paredes (tutti gli altri sono arrivati da svincolati o in prestito), la prima notizia di ieri è che Mancini in azzurro si è fermato per infortunio all’adduttore. Toccherà a Ndicka? L’ivoriano è stato considerato un buon rinforzo, prima di diventare un oggetto misterioso. In tre partite l’ex Eintracht non ha giocato neppure un minuto, venendo scavalcato anche da un altro volto “nuovo-vecchio”, quello di Llorente, prelevato di nuovo in prestito dal Leeds e che nella scorsa stagione era un cambio per Ibanez.

Morale: per ora la nostalgia del brasiliano. rimane. Motivo? Ndicka (ieri in campo con la sua nazionale) viene descritto indietro nella tattica e nella preparazione. Llorente invece, nei pregi e nei difetti, pare quello già visto: buon piede e troppa lentezza. Discorso diverso per Kristensen. Il norvegese è partito titolare in due match su tre, venendo però sempre sostituito e accomodandosi in panchina col Milan. Il fatto che sia stato tagliato dalla lista Uefa, sia pure per motivi di bilancio, al momento non sorprende, pur avendo una concorrenza nel ruolo di terzino (Karsdorp Celik) non super.

I volti nuovi non mancano, ma non tutti brillano. Paredes, sostituto obbligato dopo la partenza di Matic, è apparso lento e con poche idee, mentre Sanches, dopo una promettente prima uscita, si è subito fatto male. Resta Aouar, che invece in due partite ha dimostrato buone qualità, prima di essere anche lui vittima d’infortunio. Insomma, anche in mediana la partenza è stata in salita. In attesa che Lukaku assuma i toni messianici con cui è stato accolto, l’altro volto nuovo è quello di Azmoun. L’iraniano, però, è stato preso già infortunato e quindi anche per lui i minuti sono zero, a cui aggiungere anche il taglio dalla lista Uefa. Morale: inserirsi nella Roma è roba per spiriti forti. Perché il passo da ciliegina a foglia di fico può essere più breve di ciò che si pensi.