Roma-Atalanta 0-1, le pagelle: Zaniolo usque ad finem, Abraham tutto e niente. Smalling e Ibanez master non concluso, Pellegrini delicato

Pagine Romaniste (R. Gentili) – La Roma viene punita dalla sola occasione, dell’Atalanta e della partita. I bergamaschi risalgono in vetta alla classifica con la rete di Scalvini (34’), la squadra di Mourinho – espulso dopo esser entrato in campo a protestare – sesta a tredici punti, uno in meno della Lazio. La sosta per recuperare energie, accumulare idee e tranquillità. E magari gli infortunati.

Smalling ed Ibanez tengono un master difensivo: all’esame prima della laurea, però, non si presentano. Pesa la fragile marcatura sul gol. Mancini oculato, centrocampo pigro. In attacco, tra Zaniolo, Pellegrini e Abraham, è il festival della voglia mischiata a confusione. Il più lucido, però, è Nicolò: interventi fallosi provano a minarne la creatività e gli strappi, mai spariti fino a fine partita. Dal peso incredibile l’errore di Abraham davanti alla porta: mancanza di freddezza compromettente.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – Scalvini accarezza il pallo sinistro, che forse poteva essere coperto in altri modi.

Mancini 6,5 – Ederson, soprattutto, gli scivola nei primi minuti. Mette i guanti e non sbaglia gli altri interventi. (Dall’87’ – Zalewski 6 – Torna dall’infortunio: vista la situazione un recupero, soprattutto il suo, non è da sminuire. Grandiosa palla per Shomurodov alla fine).

Smalling 6 –  Col fiato sul collo a Hojlund dall’inizio, lo lascia respirare una sola, decisiva volta. Non anticipa, o tiene vicino a sé, sulla sinistra il danese, che poteva stoppare immediatamente senza lasciarlo danzare sulla stessa fascia ed entrare in area. Va in aiuto ad Ibanez, creando scompiglio nella sequenza delle marcature. Per il resto, però, è una gara da master della difesa. A uomo e non solo.

Ibanez 6 – Nel primo quarto d’ora è dispersivo, in posizione e per i palloni che gli capitano. Sul vantaggio (non) c’è: nasce a sinistra dove fatica a controllare l’esuberanza di Hojlund. Alla mezz’ora spunta in zona offensiva con un buon tiro dalla distanza, bloccato in due tempi da Sportiello, poi colpito in uscita a fine primo tempo. E nel secondo tempo lo spaventa di nuovo con il colpo di testa.

Celik 6 – Nuovamente beneficiario dei malesseri della Locomotiva, affronta il primo big-match italiano. Fatica a salire, ma quando vi riesce mette cross niente male. Precipitoso negli anticipi, perde la posizione. Rischia anche l’autogol.

Cristante 5,5 – Traccia linee cui i compagni non mettono un punto, il tiro dalla distanza va sul fondo. Lui, invece, a spasso: segue Hojlund, accorgendosi troppo tardi che nel giardino da lui presidiato è entrato Scalvini.

Matic 5,5 – Toglie la pettorina all’ultimo minuto, l’iniziale smarrimento è smentito da anticipi e gestioni fredde. Il mal di testa per esser stato chiamato repentinamente lo colpisce al 34’, quando va in terre di non sua competenza. (Dal 67’ Belotti 6,5 – Alzando la cresta indica la porta: i giri romanisti aumentano col suo ingresso in campo).

Spinazzola 5,5 – Molle nella situazione che deciderà il match, scrive nel personale diario solo un anticipo e due inviti per Abraham. Superato facilmente, con palla alta o bassa che sia.

Pellegrini 5,5 – A centrocampo. No, sulla trequarti. Cambia posizione all’ultimo minuto per l’infortunio di Paulo e va ad affiancare Zaniolo. Questo sulla carta, perché poi il copione che si sceglie è quello inizialmente previsto: va a strappare i palloni in area cercando di portarli dall’altra parte, senza però considerare i tanti ostacoli che Gasperini e i suoi scudieri gli buttano in mezzo. Tiri delicati.

Zaniolo 6,5 – Trova il capitano al suo lato, non serenità in sé. Di certo il trattamento al limite del regolamento – oltrepassato in almeno un paio di circostanze – non aiuta. Piombano avversari come se piovesse, i compagni non forniscono soluzioni. Che intravede in azioni solitarie, ingarbugliate nei duelli – vinti e persi al contempo – con Okoni. Stanco al tiro, ma è l’ultimo ad alzare la bandiera. E merita mezzo voto in più.

Abraham 4,5 – Cosa dirà zio Mou. Già la partita è avara di occasioni, se poi quelle poche che arrivano spuntano sui piedi del battagliero centravanti, incapace di freddezza e precisione, c’è poco da dire. Di sicuro qualcosa su cui recriminare, perché supera Sportiello con un tocco, volto a superarlo o a segnare? La risposta, se c’è, è a metà. La palla, intanto, va sul lato. O addosso al portiere. Almeno butta fuori quella che Celik stava deviando nella porta giallorossa. (Dal 79’ Shomurodov 6 – A due passi manda fuori, tarda l’assist a Belotti).

Mourinho 5,5 –  Può finalmente schierare la formazione dei desideri. Anzi no. Dybala, all’ultimo minuto, dà forfait. E ieri è stato il turno di Karsdorp. Allora dentro va Matic e Celik. Toglie il serbo e aumenta la produttività offensiva, mal indirizzata. Con i giocatori a disposizione i maggiori pericoli sono arrivati da fuori (Cristante) o con i difensori (Ibanez). E quando è toccato agli attaccanti (Abraham e Shomurodov) è mancato l’istinto da bomber. Sosta che capita nel giusto periodo.

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