La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – C’è un filo rosso che lega la Roma alla Premier League. D’altronde, difficile sorprendersi pensando che ci sono due enormi motivi perché ciò accada. Il primo è che la squadra, con José Mourinho, ha un allenatore che ha fatto la storia recente del calcio inglese grazie ai suoi successi con Chelsea Manchester United (il bilancio al Tottenham, comunque, non è stato disprezzabile).

Il secondo è che si tratta del posto calcistico d’élite in cui gira più denaro. Se vogliamo, una buona notizia per vendere, una cattiva per acquistare. Ma poiché il mondo ormai è interconnesso, il “deus ex machina” del mercato romanista, il g.m. Tiago Pinto, per ora può stare in Portogallo – anche se non si escludono blitz nelle prossime ore in Gran Bretagna – e nello stesso tempo tirare le file della trattativa, che al momento – sull’asse Roma-Inghilterra – hanno tre nomi sul tavolo: Gianluca Scamacca, Rasmus Kristensen e Diego Llorente, quest’ultimo come cavallo di ritorno a Trigoria.

E allora cominciamo proprio da qui, dal difensore spagnolo che ha disertato il raduno del Leeds, confermando il fatto che tornerà in giallorosso a ore. Llorente ha il contratto in scadenza nel 2026e la Roma lo cerca ancora una volta con la formula del prestito con diritto di riscatto. L’ultimo (a 18 milioni) ovviamente non è stato esercitato ed è per questo che con il club inglese si è trovata la formula del prestito, ma con obbligo di riscatto a 5 milioni al raggiungimento del 50% delle presenze sulle gare in calendario.

Per agevolare la trattativa Llorente si è tagliato alcuni bonus. Ieri sera è cominciato lo scambio di documenti per poter essere a disposizione di Mourinho già lunedì prossimo, quando la Roma inizierà il raduno per dare il via ufficialmente alla stagione. Dal Leeds, però, il g.m. Pinto è in corsa per prelevare anche altro, ovvero Kristensen. Pure il terzino destro dovrebbe arrivare con la formula del prestito, senza contare che la società giallorossa ha incassato anche l’assenso del danese per il trasferimento. In ogni caso, neppure lui si è presentato al raduno, per via del permesso maturato grazie agli impegni di giugno con la sua nazionale. Il tempismo, in effetti, sembra perfetto.