Rocca: “Ho dato una gamba per la Roma. Dopo lo striscione non mi hanno chiamato”

Francesco Rocca, a cui, i tifosi laziali, hanno dedicato uno striscione poco gentile, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. L’ex giocatore della Roma racconta i vari momenti della sua breve carriera e della sua vita. Ecco alcune sue dichiarazioni:

Non possiamo non partire da quello striscione. Come prende atto e come reagisce al momento?
Me l’ha fatto vedere mio figlio Alessandro sul cellulare. Reazioni? Ho vissuto la mia storia da atleta e tifoso con l’entusiasmo della mia ingenua appartenenza. Nel gioco della vita c’è anche lo scotto da pagare se sei popolare. Il tifo per me è gioia, passione. Chi fa altro non entra nel mio mondo. Non so chi siano e non voglio saperlo. Ribadisco il mio perdono immediato.

Ha ricevuto telefonate che le hanno fatto piacere?
Non ero alla ricerca della solidarietà. Mi hanno telefonato in tanti, ma nessuno era in dovere di farlo.

La Roma ti ha chiamato?
No.

Se lo sarebbe aspettato?
Si. In fondo, se soffro una claudicanza è stato per quella maglia. Ho dato una gamba per la Roma.

Il lato positivo è che resta per gli avversari una bandiera della Roma.
Una bella anomalia che mi inorgoglisce. E’ il rispetto per quanto ho dato a questa maglia. E per come questa bellissima storia s’è interrotta in maniera traumatica. Con la Roma società non ho niente a che fare da una vita.

Tornerai mai a camminare bene?
No, ormai è così fino a quando non mi porteranno in cielo.

Cosa ti manca oltre al pallone?

Il rapporto con i tifosi e il lavoro settimanale.

Tra i giocatori che hai avuto, il più fedele?

Gattuso, mi ha seguito ciecamente. Se lo sento ancora? Sono spariti tutti.

Tornerà forte come prima Zaniolo?

Certo, lui non ha il problema della Cartilagine. Deve solo stare attento a non potenziare troppo le masse muscolari.

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