La Gazzetta dello Sport (A. D’Urso) – Che Roma sarà? Il “traghettatore” diventato uomo della svolta riprende da dove aveva lasciato prima della sosta: dalla forza delle idee, dal coinvolgimento di tutti e dalla varietà di soluzioni. Daniele De Rossi si accinge ad entrare nel mese decisivo della sua stagione con la stessa idea meravigliosa in testa: una Roma di qualità e d’assalto, anche domani a Lecce. Colui che è riuscito a capovolgere il mondo giallorosso in 75 giorni, facendo sembrare normalità i gol di Pellegrini, il gioco verticale di Paredes o le parate di Svilar, vuole dribblare l’emergenza in attacco (Dybala in panchina, lesione ai flessori per Azmoun), tessendo la sua tela delle ambizioni con l’unica arma che conosce: il calcio moderno, unica via per l’Europa che conta.

E allora l’approccio non cambierà nemmeno stavolta, a fronte di 22 punti conquistati nelle ultime 9 gare (tre in meno dell’Inter) e 5 risultati utili di fila. Lungo il sentiero minato della Champions, il tecnico è pronto a schierare la 14esima formazione diversa in 14 gare, da quando è alla guida della Roma “Sappiamo che adesso i punti valgono il doppio o il triplo soprattutto per le squadre che sono in basso in classifica, per questo a Lecce sarà una partita durissima“, ha spiegato ieri De Rossi, proiettandosi solo sul primo test in calendario.

Perché oltre DDR non vuol spingersi. E quando si discute di quote e tabelle di marcia, l’allenatore tira dritto: “La quota Champions? Qualcuno dice sia a 70 punti che sono quelli che negli ultimi anni ha sempre accumulato la quarta in classifica. Se teniamo conto dei piazzamenti delle quinte negli ultimi campionati dovrebbe essere a 64 punti o 65. Fare queste proiezioni serve veramente a poco, noi dobbiamo vincere la nostra partita. Ci sono tantissime gare difficili davanti a noi, ma se le affrontiamo mentalmente tutte insieme siamo morti, se invece le affrontiamo una per volta possiamo anche vincerle tutte”.