Ritorna la Champions League 2015/16, il torneo che ricoprirà d’oro l’Europa del calcio

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Calcioefinanza.it (A.Oliva) – Ricomincia la Champions League, il torneo che ricopre d’oro l’Europa del calcio.Non è solo una battuta, o un modo di dire. Il torneo che una volta si chiamava Coppa del Campioni, negli anni ha cambiato formula, allargando il numero dei partecipanti e di conseguenza degli sponsor e del valore dei diritti tv.

Non è un caso che tutti i club del Vecchio Continente ambiscano a partecipare alla Champions. Certo, per una questione di prestigio prima di tutto. Ma anche perché giocare il torneo significa poter ingrossare la propria mole di ricavi, tra bonus Uefa e market pool.

La Coppa dalle grandi orecchie, rispetto all’ultimo triennio, è diventata sempre più ricca:da 8,6 milioni di gettone per chi entra in Champions, si passa a 12 milioni. Nei gironi, il performance bonus passa da 3 a 4,5 milioni di euro in totale. Nella fase a eliminazione diretta, agli ottavi si prendono 5,5 milioni di euro (contro 3,5 precedenti), ai quarti 6 milioni contro 3,9, in semifinale 7 milioni contro 4,9, in finale per chi vince ci sono 15 milioni di euro contro 10,5. Insomma, senza market pool vincere la Champions può valere fino a 53 milioni di bonus Uefa.

Una vera e propria cascata di soldi, come confermato dall’ultimo accordo tra Uefa ed Eca, l’associazione europea dei club, che lo scorso marzo ha approvato il nuovo memorandum of understanding, che comprende il gettito che le squadre si metteranno in tasca nei prossimo tre anni. I ricavi aumentano del 32%: in ballo ci sono in tutto 2,24 miliardi di euro di ricavi totali. I club si spartiranno 1,6 miliardi di euro nelle due competizioni maggiori: 1,2 miliardi dalla Champions, 381 milioni di euro dall’Europa League.

A questi soldi vanno aggiunti quelli del market pool, cioè i soldi dai diritti tv. Per quanto riguarda le italiane, ci sarà da dividere una torta da 110 milioni di euro, frutto dell’accordo sulla cessione di diritti a Mediaset Premium. La prima metà (55 milioni) verrà divisa tra le squadre che si sono qualificate direttamente alla fase finale, in base al piazzamento nell’ultima stagione in campionato: alla Juventus sono andati 27,5 milioni (50%), alla Roma 19,25 milioni (35%), mentre alla Lazio sarebbero andati 8,25 milioni (15%). Essendo uscita al preliminare, la Lazio si prenderà solo un 10% di “paracadute” aggiuntivo, mentre la Roma si prenderà il 5% residuo. La seconda metà verrà suddivisa tra i club in base ai risultati durante questa Champions.

Dell’importanza economica della Champions sa bene la Juventus, che si è messa in tasca circa 100 milioni dalla partecipazione alla Champions League 2014/15, considerando il market pool (ormai definitivo) pari a 49,99 milioni, i bonus di partecipazione e performance, per altri 30,9 milioni (considerando solo la partecipazione alla finale di Berlino), gli incassi al botteghino (14,62 milioni per le 6 partite disputate allo Juventus Stadium) e per l’incasso che la Uefa riserva alle finaliste.

A livello di ricavi complessivi, però, il calcio italiano è ancora indietro. I grandi brand preferiscono puntare di più su altri campionati, se non fosse per una maggiore esposizione mediatica. Delle leghe top europee, l’Italia manda solo due squadre in propria rappresentanza: Juventus e Roma. La Spagna comanda con ben cinque club (Real, Barcellona, Siviglia, Valencia e Atletico Madrid), seguita da Inghilterra e Germania con quattro a testa.

E proprio in questi campionati investono le grandi aziende, con contratti di sponsorship faraonici. Comanda il Manchseter United, che quest’anno rientra in Champions dopo un anno di azienda, grazie ai 94 milioni di euro l’anno con Adidas, più i 60 di Chevrolet. L’azienda tedesca ha rinnovato con il Bayern Monaco a 60 milioni annui, più i 40 di Deutsche Telekom. Seguono Real Madrid e Chelsea: 38 milioni da Adidas e 32 da Emirates per gli spagnoli, 37 da Adidas e 55 da Yokohama per i Blues. E occhio a Barcellona e Manchester City: entrambe sono in trattativa per il rinnovo di contratto con Qatar Airways ed Etihad.

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