Il Messaggero (G. Lengua) – È il momento della rivincita, adesso o mai più. Renato Sanches ha sulle spalle il peso delle aspettative dei tifosi, di Mourinho e del general manager Tiago Pinto. Quest’ultimo si è assunto la responsabilità dell’ingaggio, sollevando tutti (tecnico e società) da un possibile fallimento. Sì, perché l’ex Psg ha una storia clinica fatta di infortuni, stop e lesioni muscolari. Puntarci è stato un azzardo che fino ad oggi non ha pagato.

Sei presenze per un totale di 139 minuti tra Serie A e Coppe. Praticamente una partita e mezzo, un apporto marginale nei 16 match giocati fino ad oggi. Ecco perché alla ripresa del 26 novembre contro l’Udinese, Renato sarà il calciatore più atteso assieme a Pellegrini. Sarà quell’elemento che dovrà fare la differenza nel reparto, il centrocampista box to box in grado di penetrare in area e fare male, ma anche aiutare nella fase difensiva. Le sue qualità hanno stregato Tiago Pinto già quando il dirigente era al Benfica, se ne è innamorato e non si è mai tolto dalla testa la voglia di vederlo giocare in una sua squadra.

Il portoghese è ripartito praticamente da zero, su di lui è stato fatto lo stesso lavoro atletico che solitamente viene eseguito in estate sui calciatori. In accordo con Mourinho è stato deciso di “resettarlo” atleticamente. Non è ancora chiaro se questa strategia porterà i suoi frutti, molto dipenderà dal giocatore che dovrà sentirsi libero di sfruttare il proprio corpo nel migliore dei modi. Ci sarà tempo a partire da dopo la sosta, perché il calendario prevedere un tour de force senza interruzioni fino al 17 marzo.