Ranieri, un uomo chiamato Roma

«Sono tornato a casa», ha fatto subito sapere. Ranieri è uno che ha vinto e guadagnato bene ovunque, si è preso l’onere di condurre la Roma in questa mini avventura? Semplice: «Quando la Roma ti chiama è impossibile dirle di no, non ci ho dormito». Ecco, appunto. Uno come lui alla Roma non dice no, pur sapendo che questo amore di ritorno durerà solo tre mesi: contratto da un milione (lordo) all’incirca. Ha buoni rapporti con la vecchia guardia, da Bruno Conti al sempre più considerato Francesco Totti, passando anche per Daniele De Rossi, che per adesso se lo ritrova – infortunio permettendo – in campo come guida tecnica. «I giocatori ora sentano la Roma, il valore della maglia, l’appartenenza alla città. Chiedo questo per essere appagato. In dodici giornate ci giochiamo il futuro. I ragazzi sono sensibili, la gente ci stia vicino, specie nei momenti difficili. Chi soffre veramente siamo noi tifosi». Da dove cominciare? «L’aspetto psicologico conta. I ragazzi sono abbattuti, ma è passato. Ci sono tanti giovani e non sono abituati a questo ambiente. Devono reagire. Dobbiamo essere noi stessi e dare il massimo. Io pagherei per stare nella Roma, questi tutti noi dobbiamo capirlo. La Roma è sempre stata la mia vita, da giocatore, da allenatore, da tifoso. È nel mio Dna». Ed eccolo di nuovo. Pronto a ricominciare.

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