Il Messaggero (D. Aloisi) – Personaggio scomodo, si dice. Spigoloso. In passato, mai tenero con Roma, qualcuno va ricordando, magari anche legittimamente. Gian Piero Gasperini è il tipico allenatore che non metterà mai d’accordo tutti, specie da queste parti. Su una cosa ci si ritrova: è bravo, innegabilmente. Che gli vogliamo dire? E questo tranquillizza i più, che accettano e vanno avanti, provando a pensare positivo. Il suo arrivo, se verrà confermato, non sarà gradito da tutti e questo lo aveva anticipato anche Ranieri durante quelle misteriosissime conferenze stampa. La speranza, sempre di tutti e sempre come ha riferito Claudio, è che quando andrà via darà un grande dispiacere a tutti, anche a chi verso di lui aveva mostrato un certo ostracismo. Staremo a vedere. Ma Gasperini, e chi lo conosce è pronto a giurarlo, questo tipo di ambiente non può che stimolarlo.
A lui piace farsi largo tra i dissensi, si carica, si diverte. E uno stimolo in più. La pace non è per uno come lui: tutti devono essere in tensione, calciatori, tifosi e giornalisti, lui per primo. Prende di petto situazioni, anche con atteggiamenti muscolari, risponde a chi lo attacca, non torna (quasi mai) indietro, ma a volte sì, è umano pure lui. Cerca correttezza dai giocatori e dalle persone che ruotano intorno alla squadra che allena, compreso il gruppo stampa che si affaccerà a Trigoria nei prossimi anni. A Bergamo hanno imparato ad amarlo pian piano, con il tempo, specie con quei risultati che ha sbattuto in faccia ai più ostili e l’ultima volta da allenatore dell’Atalanta, i suoi tifosi gli hanno dedicato uno striscione molto particolare, «Gasperini vattene.. a firmare il rinnovo». A Roma già sono partiti i contrari, che ricordano certi suoi atteggiamenti un po’ eccessivi contro la squadra giallorossa e soprattutto quella frase su Ndicka («è stata interrotta una partita per un codice giallo») dopo il suo malore a Udine. Gasp a distanza di un anno, magari, ha capito di aver sbagliato, di aver esagerato con quelle parole, e forse lo dirà alle prime occasioni in cui potrà parlare ufficialmente.
Roma è in grado di comprendere e perdonare, sempre perché davanti c’è la squadra e i suoi risultati. E qualcuno lo ha già fatto. Si è andati oltre: il bene della Roma conta più delle simpatie o antipatie per chi la guiderà. Perché Gasp sarà pure scontroso (non è Ranieri, insomma, caratterialmente), ma per tutti è un signor allenatore e i risultati parlano per lui. E dopo una cavalcata record firmata da Ranieri, ci vuole uno davvero bravo. E Claudio, che della Roma e dei suoi tifosi si è aletto garante, lo ha individuato.
Sta a lui dire di sì.