Radja, il bianconero e una sfida a colori: «La sento troppo»

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La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – A settembre fece outing, re Radja. E che non si interpreti diversamente, di questi tempi. Fece outing sulla Juventus, su un avversario che gli riempie tutto, il cervello e la cresta. «Ho avuto troppi battibecchi con i tifosi juventini, ecco perché sento tanto le partite con loro, non sono mai sfide normali», spiegò Nainggolan. Ma in fondo, che noia la normalità, le banalità, le frasi fatti, i tutti amici e nessun amico: queste cose lasciatele agli altri, a quelli che «prima o poi bisogna incontrarle tutte». Nainggolan è diverso. È altra pasta. Gli misero il nome Radja, che in lingua indonesiana vuol dire re. E un re, quando non può governare, va ai pazzi. Nainggolan e la Juve è una storia complicata. Poteva nascere un amore, ne è nato un rancore che la metà basta. «Non credo sia necessario andare in team stellari per poter conquistare un trofeo — disse la scorsa estate, dopo aver riconfermato il matrimonio con la Roma —. Per me è meglio vincere un trofeo qui che dieci con la Juve». Da queste parti s’era già sentito, dai tempi dello scudetto da lupi rispetto ai 100 da… Agnelli.

SU TWITTER – Nainggolan ha giusto rinfrescato il concetto. Ha estremizzato in maniera moderna la rivalità Roma-Juve. «Ops», twittò dopo il 2-1 dell’Olimpico dell’andata. E aggiunse: «In questa stagione siamo arrivati ai loro livelli, forse li abbiamo pure superati». E invece a Torino, lì dove contro la Juve non ha mai vinto, ci arriva ancora una volta in (pesante) ritardo sulla tabella di marcia. E pensare che avrebbe potuto pure giocarla con l’altra maglia, questa partita. La Juventus l’ha corteggiato anche lo scorso giugno, quando la Roma non riusciva a trovare la quadratura dell’affare con il Cagliari. A riscatto giallorosso completato, un tifoso bianconero su twitter gli scrisse: «Nessuno avrebbe speso 20 milioni per te». E il belga rispose: «Ne volevano pagare anche di più», confermando il corteggiamento di Marotta e soci.

NUOVO RUOLO – Alla Juve magari avrebbe fatto comodo anche da trequartista, il nuovo ruolo che Luciano Spalletti sta cucendo addosso al belga. Una riedizione del Perrotta che fu, con qualità tecniche migliori. E forse non è un caso che nella prima partita nella nuova posizione sia pure arrivata la rete numero uno di questo campionato. Chissà se è davvero l’inizio di una nuova era. Per carità, i cambiamenti spaventano sempre, si corre il rischio di dimenticare altre qualità del centrocampista. Una no, in ogni caso. Statene certi: 20 metri più avanti o più indietro, quel senso di sfida perenne alla Juventus Nainggolan non lo perderà mai.

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