La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese)Trenta milioni di euro di plusvalenze. È la cifra di cui va a caccia Tiago Pinto da qui al 30 giugno, per sistemare i conti ed essere in “ordine” con il settlement agreement firmato dalla Roma con l’Uefa. Una cifra che si è abbassata rispetto alle previsioni di qualche mese fa, grazie alla cessione di Zaniolo al Galatasaray ed al percorso in Europa League. Ma una cifra comunque alta, su cui peserà assai l’infortunio di Tammy Abraham, che era il principale indiziato a partire per poter sistemare i conti.

Per capire bene di cosa parliamo dobbiamo partire da due premesse, i paletti a cui è costretta la Roma dallo stesso accordo siglato con l’Uefa: il costo del lavoro e il bilancio. Per il primo la Roma potrà inserire nuovi giocatori nella lista Uefa solo se il costo della rosa sarà inferiore a quello inserito nella lista della fase ad eliminazione diretta dell’ultima Europa League (ecco anche perché a gennaio lì è stato inserito Zaniolo, per tenere alto il valore della lista).

Nel costo di ogni giocatore è incluso lo stipendio e il valore del suo ammortamento a bilancio (rispetto all’ultima lista la Roma risparmia su WijnaldumCamara Llorente, da capire El Shaarawy, dando per fatto il rinnovo di Smalling). Relativamente al bilancio la Roma ha degli obiettivi intermedi da raggiungere per far sì che entro il 2025/26 il deficit non sia superiore a 60 milioni di euro. Considerando che l’ultimo bilancio a disposizione (2021/22) parla di un -219,3, l’obiettivo è ovviamente difficile ed è legato sostanzialmente alle plusvalenze.

Ecco allora perché c’è da vendere e senza Abraham il g.m. Pinto ha dovuto per forza cambiare strategia. Adesso l’indiziato numero uno è Roger Ibañez, che ha un costo residuo a bilancio di poco più di 3 milioni di euro. La Roma conta di piazzarlo a 20-25 milioni, considerando anche che il 10% sulla rivendita dovrà essere girato all’Atalanta. Detto che a Trigoria sono tutti vendibili in caso di offerta (tranne capitan Pellegrini Abraham, infortunato), un altro che può lasciare Roma è Spinazzola, che ha il contratto in scadenza tra un anno. Quindi la Roma è nella condizione o di doverlo rinnovare o di cederlo, considerando che il suo costo a bilancio è di circa 6 milioni.

Poi, certo, c’è la possibilità di vendere i “bambini”, come li chiama Mou, magari con la formula della ricompra, utilizzata in passato sia per Pellegrini (esercitata) sia per Frattesi (poi lasciata cadere). Su tutti i nomi sono due, Volpato Tahirovic, ma potrebbe esserci spazio anche per Missori (considerando che finora l’unica cessione è stata quella di Providence agli austriaci dell’Hartberg per 300mila euro). Di Volpato e di Missori Pinto ha parlato con il Sassuolo un paio di giorni fa, Tahirovic è un altro che potrebbe avere mercato. Difficile, invece, che ci si privi di Zalewski o Bove, a meno di offerte folli.

E poi c’è il terzo pilastro, tra prestiti e rivendite. A Trigoria sono destinati a tornare Viña (Bournemouth), Shomurodov (Spezia), Reynolds (Westerlo), Kluivert (Valencia), Villar (Getafe) e Perez (Celta Vigo), tutta gente da piazzare altrove. «Spero di poter dare una mano», ha detto ieri Villar. Differente invece il pensiero di Perez: «Sono destinato a tornare, ma alla fine spero di restare al Celta, dove mi trovo bene». A loro si uniscono quelli già ceduti, ma sui cui la Roma ha delle percentuali di rivendita: i principali sono Frattesi (Sassuolo, 30%), Diawara (Anderlecht, 50%), Calafiori (Basilea, 40%), Fuzato (Ibiza, 30%), Celar (Lugano, 20%), Antonucci (Cittadella, 20%) e Felix (Cremonese, 10%). Anche loro fanno brodo, come si suol dire. O plusvalenze.