Quelle sfide stregate all’Olimpico. Un anno di pali, parate, beffe e miracoli

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Corriere di Bologna (A.Mossini) – Comunque vada sarà un successo: questo potrebbe essere il ritornello odierno del Bologna di Roberto Donadoni. Comunque vada sarà un successo, perché il presente racconta di un Bologna incerottato, che nelle ultime due partite ha perso per strada i due giocatori più affidabili del reparto difensivo (Maietta) e di quello avanzato (Verdi), opposto ad una Roma da cinque vittorie su cinque in casa, con ben 17 gol fatti e 4 reti subite. È una situazione similare a quella dello scorso 11 aprile: il Bologna in calo di Donadoni si presentò all’Olimpico con tanti assenti come potenziale vittima sacrificale, però la palla è rotonda e il campo riserva verdetti a volte imprevedibili. Quella sera Mirante parò tutto il parabile e al resto ci pensarono i pali che respinsero per ben tre volte i tiri di uno scatenato Salah: nel mentre il Bologna — schierato col 4-5-1, con Zuniga e Rizzo esterni e Floccari in avanti — segnò con una zuccata di Rossettini e quando l’egiziano, su assist di Totti, trovò il pertugio giusto la rete valse l’1-1 e nulla più. Un punto quanto mai utile nell’economia dello scorso tormentato finale di stagione rossoblù, l’ultimo portato via in serie A da un’avversaria della Roma all’Olimpico: anche per questo ieri a Trigoria Luciano Spalletti ha voluto ricordare a tutti la partita stregata dello scorso anno. «Il Bologna è una società forte e ha un tecnico che sa sempre dare un taglio di grande professionalità alle sue squadre», ha detto il tecnico giallorosso lodando il lavoro di Donadoni, allenatore contro cui non ha mai perso (1 vittoria e 3 pareggi).

Alla lunga lista di statistiche negative bisogna aggiungere che il Bologna non batte una squadra di Spalletti da marzo 2005, quando Tare affondò in trasferta l’Udinese, e che Donadoni da allenatore ha vinto una sola partita su quattordici contro la Roma in carriera e non ha mai vinto allo stadio Olimpico. Corsi e ricorsi storici che portano la mente allo scorso 16 ottobre, quando Donadoni sfiorò il successo proprio a Roma, sponda Lazio: anche in quel caso i padroni di casa macinarono palle gol, ma ci pensò soprattutto San Da Costa a parare di tutto e di più — con l’aiuto della consueta sorella traversa — fino al rigore beffa del 96’, causato da un’ingenuità difensiva e soprattutto da una clamorosa svista dell’arbitro addizionale Mazzoleni. Punti un po’ persi e un po’ regalati, che avrebbero fatto bene all’attuale classifica dei rossoblù. Paradossalmente, proprio le ultime due gite del Bologna all’Olimpico dimostrano che il calcio non è necessariamente una scienza esatta e che i pronostici esistono anche per essere smentiti: coraggio e determinazione, per dirla alla Donadoni, e questa sera davvero comunque vada sarà un successo. Magari, non solo figurato.

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