Quell’asta infuocata tra Sky e Mediaset per la A

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La Gazzetta dello Sport (M.Iaria) – Alla fine si trovò un compromesso: a Sky tutto il campionato con l’esclusiva di 132 partite, a Mediaset le otto big, alla Lega 943 milioni a stagione. Nel giugno 2014 si concluse così l’asta più infuocata della storia dei diritti tv, quella che assegnò il piatto pregiato, cioè le dirette in pay delle partite di campionato, per il triennio 2015-18. In realtà la conclusione della vicenda si materializzò con la sublicenza concessa dalle authority, grazie alla quale Mediaset cedette il pacchetto D (che si era aggiudicata all’asta) a Sky. Ma prima della fumata bianca erano volate diffide e controdiffide tra le duellanti.

SORPRESA – Una maglia nell’invito a offrire aveva consentito ai due broadcaster di presentare offerte anche sulle piattaforme concorrenti, in modo da accaparrarsi tutto, con Sky a offrire di più sia per il pacchetto A (357 milioni contro i 350 di Mediaset) sia per quello B (422 a 280). L’assemblea di Lega, consigliata da Infront, ascoltò il parere del giurista De Nova e disse di no: assegnare allo stesso soggetto 248 partite in esclusiva, quelle in casa e trasferta delle otto squadre principali, avrebbe violato la regola del no single buyer (anche Fox aveva presentato offerte per i pacchetti A e B ma non fu presa in considerazione perché facente parte dello stesso gruppo di Sky). Ammessa, invece, l’offerta «condizionata» di Mediaset per il pacchetto D, quello dell’esclusiva sulle restanti 132 partite: i 306 milioni offerti si sarebbero concretizzati solo se Mediaset si fosse aggiudicata il pacchetto A o B.

CONVENIENZA – Ecco perché i club di A, alla fine quasi all’unanimità (22 a favore su 23 votanti, comprese le retrocesse, Fiorentina astenuta), scelsero la soluzione che avrebbe fatto scattare quel «bonus» da 306 milioni: a Sky il pacchetto A, a Mediaset il pacchetto B e D. In totale 943 milioni. In realtà, la soluzione massimizza-ricavi era un’altra e prevedeva addirittura l’assegnazione incrociata: a Sky il pacchetto del digitale terrestre (offerta da 422 milioni), a Mediaset quello del satellite (350) e il D per un ammontare di 1078 milioni. Ma sarebbe stato un affronto ai broadcaster, in particolare a Murdoch, da parte della Lega, che non avrebbe potuto evitare i ricorsi giudiziari, con il rischio di vedersi vanificare tutta quella montagna di denaro, vitale per il sistema.

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