Processo a Berdini dei consiglieri M5S: sarà commissariato

Il Messaggero (M.Evangelisti – F.Rossi) – La foto del giorno di ieri – stretta di mano senza troppo trasporto con Maria Elena Boschi a San Giovanni in Laterano, per la celebrazione dei 49 anni della Comunità di Sant’Egidio – ha riportato Virginia Raggi indietro di quasi otto mesi: quando, appena insediatasi in Campidoglio, aveva fatto la sua prima uscita ufficiale proprio nella basilica lateranense, per il Giubileo degli amministratori pubblici: anche lì incontro con l’allora ministro delle Riforme e saluto non entusiasta. Il clima, però, è un po’ cambiato: tanto che ieri la sindaca, alla fine della Messa, ha dovuto affrontare il delicato dossier Paolo Berdini, sempre più destinato quanto meno a un «affiancamento». Alle 22,30 è arrivata alla riunione serale della sua maggioranza, a Palazzo Senatorio, trasformatasi in un processo all’assessore.

LO SCONTRO – Sul titolare all’urbanistica il mood dei consiglieri M5S, da mesi in bilico tra appoggio silenzioso e critiche aperte, ha ora decisamente virato sulla modalità bufera. Se l’inquilina del Campidoglio punta a temporeggiare, mettendo momentaneamente da parte la rabbia per quelle definizioni – da «impreparata» a «corte dei miracoli» – rivolte da Berdini alla Raggi e al suo staff parlando con un cronista de La Stampa, il gruppo pentastellato dell’assemblea capitolina è molto meno conciliante. E così il vertice sul colle capitolino si protrae fino a tarda sera, trasformandosi in una requisitoria collettiva a carico dell’urbanista scelto dall’avvocatessa grillina per la sua giunta, ma poi al centro di un rapporto spesso molto teso con il resto dell’amministrazione comunale. Le critiche verso la sindaca, arrivate in uno dei momenti più difficili della consiliatura, hanno agitato i pentastellati: «Berdini è un cane sciolto, non fa squadra, ora basta», è il leitmotiv del vertice di maggioranza. E in Campidoglio si sta iniziando a valutare chi eventualmente potrebbe rimpiazzare l’attuale responsabile dell’urbanistica, in una rosa di papabili scelti tra curriculum che sono già sulla scrivania della Raggi. Anche se c’è chi è convinto che alla fine sarà lo stesso Berdini a lasciare di qui a breve, magari anche sbattendo la porta e puntando a sua volta il dito contro criticità e mancanze della giunta. Intanto è stata annullata l’audizione, prevista per questa mattina alla commissione urbanistica, sul Piano esecutivo di gestione 2017-2019. A causare il cambio di programma sarebbe stato lo stesso Berdini, che adesso medita sul suo futuro.

LE SOLUZIONI – Per il futuro delle sue deleghe, urbanistica e lavori pubblici, si pensa a un «gruppo si affiancamento», che supporti Berdini nelle sue scelte. Ma si potrebbe arrivare anche a uno spacchettamento dell’assessorato: la competenza sui lavori pubblici – da cui dipende la manutenzione della città, a partire dalla battaglia contro le buche stradali – potrebbe andare all’architetto paesaggista Paola Cannavò, docente associato del dipartimento di Pianificazione territoriale dell’Università della Calabria. Il gruppo chiamato a collaborare con Berdini per la programmazione dello sviluppo della Capitale potrebbe invece essere guidato da Carlo Cellammare, professore associato di urbanistica alla facoltà di Ingegneria civile e industriale della Sapienza. Sembra allontanarsi, invece, l’ipotesi legata al nome di Emanuele Montini, collaboratore dell’assessore alle politiche sociali Laura Baldassarre, già coordinatore nazionale di Italia Nostra e capo del legislativo del gruppo M5S.

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