Corriere della Sera – Prandelli: “Allenerò l’Italia fino al 2014”

Tra un mese è la vigilia di Italia-Spagna. Cesare Prandelli scalpita. Dopo la sconfitta contro gli Stati Uniti, nell’ultima amichevole, settanta giorni fa a Genova, il c.t. ha studiato, meditato, analizzato, riflettuto sulla squadra che aveva sorpreso durante le qualificazioni e che dopo, causa infortuni, ha smarrito l’identità e rimesso in discussione le certezze acquisite. A meno di una settimana dalla composizione del listone di trenta giocatori dal quale usciranno i 23 che andranno in Polonia e Ucraina, Prandelli sceglie il Corriere della Sera per fare il punto della situazione. Una visita di due ore in via Solferino, davanti ad un caffè. Parole e pensieri prima di mettersi al lavoro e lanciarsi in un’avventura elettrizzante che il commissario tecnico affronta senza l’ansia del debuttante.

Prandelli, la sua nazionale si è comportata molto bene nelle qualificazioni, poi ha perso qualche colpo. Forse era meglio se l’Europeo si fosse disputato l’anno scorso. Ora è una squadra da inventare?
«Inventare non direi perché il lavoro che abbiamo fatto resta ed è valido. Ma molto è cambiato in questo periodo. Sia per gli infortuni che ci hanno colpito negli ultimi sei-sette mesi, sia perché tanti giocatori hanno perso il posto. Così adesso le potenzialità della rosa sono diminuite del cinquanta per cento».

E il c.t. è costretto a navigare a vista…
«Non sono preoccupato e non devo improvvisare. Il nostro alleato dovrà essere l’entusiasmo. E la voglia di stupire dovrà essere più forte di tutte le difficoltà. Senza dimenticare che, proprio nelle difficoltà, puoi anche incontrare qualche piacevole sorpresa ».

L’attacco è il reparto più difficile da assemblare?
«Quello dove abbiamo sofferto nelle ultime due amichevoli. Però anche in altri ruoli qualcosa bisogna rivedere. Ma c’è tutto il tempo per arrivare preparati all’esordio contro la Spagna. I giocatori faranno una settimana di vacanza che servirà per recuperare mentalmente, poi abbiamo 15-20 giorni per lavorare a pieno ritmo ».

Vista l’emergenza nelle convocazioni, dobbiamo aspettarci una sorpresona?
«Sorpresone no, per una logica di continuità. Meglio cercare giocatori stile Borini, giovani di qualità che hanno un futuro».

Però si parla di Di Natale, che proprio giovane non è…
«Ho sempre detto che per le convocazioni avrei tenuto conto della meritocrazia e sfido chiunque a dire che Totò non si merita la nazionale: ha segnato quasi cento gol in tre anni e ci può aiutare».

Totti e Del Piero, invece?
«L’ho detto e lo ripeto: se fossimo stati in una gravissima emergenza li avrei presi in considerazione. Così preferisco affidarmi a ragazzi di prospettiva ».

Nel valzer delle panchine, per la prossima stagione, il suo nome è sempre presente… Si è parlato di Inter, Fiorentina e Roma…
«Ho un contratto con la Federazione sino al 2014 e intendo rispettarlo. Il mio, sia chiaro, non è un modo di dire. Voglio davvero andare avanti, anche se so benissimo che tutti gli allenatori, anche quello della nazionale, sono legati ai risultati. Ma non partirà da me l’idea di rompere l’impegno che ho assunto. Anche se, in futuro, so che allenerò ancora una squadra di club».
Corriere della Sera – Bocci-Costa-Monti

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